Martinetto “rimpatria” per i talenti della moda

L’imprenditore triestino fa base a Londra con la sua Tomorrow London che offre servizi a tutto tondo alle aziende del settore 

«Il mondo della moda è fatto dai grandi colossi e dagli "altri". Io tifo per gli "altri". Per lo stupore misto a quel senso di anticipatoria eccitazione che ti pervade quando posi gli occhi su un portfolio, un prototipo oppure un progetto inviato da un creativo, nel cui lavoro intravedi una concreta opportunità di sviluppo».

Il ceo e fondatore della piattaforma internazionale di multiservizi Tomorrow London Holdings Ltd, ma soprattutto talent scout per vocazione, Stefano Martinetto, triestino di nascita, veneto di formazione professionale e da diversi anni commuter tra le quattro sedi di Londra, Parigi, Milano e New York, siederà per la prima volta tra i componenti della giuria tecnica che decreterà mercoledì sera al Magazzino 42 il vincitore della 16° edizione di Its, l'International talent support.

Tomorrow London, fondata nel 2010 da Martinetto assieme a Giancarlo Simiri, con la sua ramificata veste onnicomprensiva di servizi, produzione, comunicazione, supporto, consulenza e distribuzione, ha rivoluzionato in pochi anni il concetto stesso di showroom e le dinamiche di rappresentanza nell'intricato settore della moda. Se una volta c'era la figura dell'agente che si occupava sostanzialmente della distribuzione di brand, oggi il sistema Tomorrow offre un customer service a 360 gradi, che spazia dal business plan alla comunicazione, dalla realizzazione di un prototipo alla campagna sui social network, al sostegno all'e-commerce e, molto molto altro ancora. È sufficiente riportare alcuni numeri per inquadrare il processo di crescita verticale della giovane azienda - MF fashion l'ha inserita nella lista delle 100 imprese britanniche con il tasso di espansione più veloce - nel cui capitale sociale è di recente entrato anche il fondo Three Hills Capital Partner con un investimento che sfiora i 18 milioni di euro: quattro headquarters nelle capitali della moda, un parco clienti di oltre 60 marchi, tra cui, solo per citarne alcuni, Marni, Oamc, Frame, Markus Lupfer e Tibi, 160 tra dipendenti e collaboratori, per un fatturato 2017 di quasi 80 milioni di euro. Ma anche Renzo Rosso, il patron di Diesel nonché presidente della holding Otb, ha scommesso sulla piattaforma multicanale di Martinetto, acquistando tramite la Red Circle Investments, la sua società d'investimento, parte delle quote di minoranza della Tomorrow London, la cui sede principale è nella City della capitale britannica.

Business is business, anche se il cuore di Stefano Martinetto batte forte per lo scouting di giovani talenti da inserire nella big family Tomorrow, accompagnandone il percorso di sviluppo e crescita. Un team che si occupa a tempo pieno di selezionare le proposte dei brand e dei designer emergenti che confluiscono nei quattro continenti, visiona infatti tra i 5mila e i 6mila portfolio l'anno. Nonostante l'affollata agenda da fashion globetrotter, l'imprenditore londinese d'adozione è regolarmente tra i giurati di "Who is on Next?", il concorso di Altaroma e Vogue Italia, e del parigino Andam Fashion Award. «Mi mancava far parte della giuria di Its, a mio parere tra i concorsi più genuini e intellettualmente onesti del panorama - commenta il ceo di Tomorrow -. Nei due giorni di preselezione dei finalisti, abbiamo visionato un entusiasmante numero di proposte cariche di energia e talento. Fare il giurato è una grande responsabilità, un voto può infatti cambiare totalmente il progetto di vita di un ragazzo». «Per me è inoltre l'occasione per trascorrere un po' di tempo a Trieste, città che amo moltissimo, e dove vivono i miei cugini e gli amici di sempre - aggiunge - e sono davvero orgoglioso dell'immagine di capitale del fashion emergente che il concorso di Barbara Franchin le offre».

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