Monet, il pittore che viaggiava attraverso la luce

Una gazza appollaiata su una staccionata, immersa in un paesaggio innevato: i tetti delle case sono bianchi, i rami degli alberi, il campo, il cielo tutto è assolutamente e semplicemente bianco.
Era l'inverno del 1868 quando Claude Monet, da poco compiuti ventotto anni, durante un soggiorno a Etretat dipinse questo capolavoro. L'opera venne rifiutata al Salon di Parigi ancora impreparato a una pittura così riassuntiva, così fatta di sola aria e luce, dai tratti veloci e dalle ombre tinte di blu. Ma di lì a poco un nuovo modo di dipingere verrà alla ribalta e nascerà la rivoluzione “impressionista”.
La gazza è oggi conservato al Museo d'Orsay di Parigi insieme a molti altri capolavori del più grande protagonista dell'impressionismo francese.
Ben quaranta di questi sono attualmente esposti alla Gam di Torino in un'eccezionale rassegna resa possibile da una partnership tra le due istituzioni museali che vede impegnati quali curatori Guy Cogeval, presidente del Museo d'Orsay e del Museo de l'Orangerie, Xavier Rey, conservatore del d'Orsay nonché specialista di Monet, e Virginia Bertone, conservatrice della Gam.
L'intera mostra si presenta come un viaggio attraverso le luci, le atmosfere e i luoghi catturati dall'occhio di Monet. Dalla neve di Etretat, Honfleur e Vetheuil ai riflessi sull'acqua della Senna di Parigi e dintorni, alla nebbia di Londra, al sole di Bordighera, al "tempo grigio" di Rouen.
Dalle barche sospinte dal vento nelle regate di Argenteuil, ai flutti schiumosi delle onde che si infrangono sugli scogli di Belle-Ile, ai campi di tulipani olandesi, all'imponenza e all'essenzialità del monte Kolsaas in Norvegia. Ogni pennellata trascrive l'impressione del momento, l'attimo che fugge, la realtà mutevole delle cose, nell'incanto del paesaggio.
Ma accanto ai luoghi ci sono le persone: come l'amata Camille, seduta sul divano, con lo sguardo preso da pensieri lontani, oppure all'ombra delle fronde degli alberi, insieme al pittore Jean Frédéric Bazille, nella Colazione sull'erba. Ancora Camille si intravede poi in “Un angolo di appartamento”, sullo sfondo di una suggestiva penombra blu da cui emerge la figura del figlio Jean, dall'aria un po’ annoiata.
Madame Louis Joachim Gaudibert è ritratta nel suo elegante vestito in seta oro grigio dal lungo strascico, impreziosito da uno scialle in cashmere rosso, mentre Suzanne Hoschedè, modella preferita del pittore, appare accanto alle sorelle Blanche e Germaine su una Barca a Giverny, per poi tornare in posa, da sola, quale splendida protagonista dello “Studio di figura en plein air: donna con parasole girata verso destra”. Quest'ultimo dipinto, scelto anche a immagine della mostra, cattura l'occhio di chi guarda per la freschezza di quell'aria primaverile che tinge di rosa e d'azzurro cielo, prato, abito e parasole nella vivacità di una folata di brezza leggera. «Sto lavorando come non mai e in nuovi tentativi a delle figure all'aria aperta - scriveva allora l'artista - così come le colgo, fatte come paesaggi. Si tratta di un vecchio sogno che mi assilla da sempre e che io voglio realizzare una volta per tutte, ma è difficile!».
La mostra rimarrà aperta fino al 31 gennaio. Il catalogo è edito da Skira.
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