Morta Lella, primogenita di Biagio Marin

Ex insegnante, aveva 103 anni. Il poeta le affidò la sua eredità letteraria

ROMA. È morta giovedì a Roma, alla soglia dei 103 anni d'età, Gioiella Marin Englen. La primogenita del poeta Biagio Marin e di Pina Marini si è spenta dopo una lunghissima agonia nella sua casa romana, dove viveva con la figlia Alia, che l'ha assistita fino all'ultimo.

Quando "Lella" era nata, il 1° ottobre 1915 a Pescia, in Toscana, suo padre era in sanatorio a Clavadel, in Svizzera. Fu avvisato del lieto evento da un telegramma che conservò poi per anni. Vide la sua primogenita appena nel giugno 1916, a Milano, mentre tornava in convalescenza a Grado. Erano anni di guerra, e di lontananza dovuta alla malattia con cui Biaseto dovette convivere tutta la vita e che gli impedì di partecipare attivamente alla prima guerra mondiale. Il 1° ottobre 1981 in una lettera d'auguri Marin scrisse alla "cara Lellina": «Allora non pensavo che sarei vissuto tanto, e che tu mi avresti assistito con tanta devozione nei miei ultimi giorni».

Lella visse l'infanzia in Toscana, avendo come maestra mamma Pina, mentre la famiglia cresceva con le nascite di Marina (1917), Falco (1919) e Serena (1920). E Marin presente solo di rado, sempre impegnato a curarsi, a studiare, a tentar di arruolarsi. E ogni volta che mamma Pina scriveva al marito, la bimba scarabocchiava due righe: «Perché Babbo non sei venuto? Pensi alla Lellina? Tanti baci babbo, vieni da me, comprami cioccolata» (12 luglio 1918). Solo nei primi anni Venti la famiglia Marin poté finalmente riunirsi. Prima a Gorizia, poi a Grado, nella casa di via Marchesini («la più bella poesia che io abbia realizzato nella mia vita», le scrisse il "papi" il 28 settembre 1983). Una casa sul mare alla quale erano legati i ricordi più belli di Gioiella: la bicicletta regalatale dal Biagio per i suoi vent'anni, e prima ancora una piccola edizione Heopli dei "Fioretti" di San Francesco, che Lella tenne sempre con sé. Dopo gli studi e la laurea all'Università di Firenze, tra il 1942 e il '45 era stata in Germania, come insegnante d'italiano a Colonia sul Reno. In quegli anni conobbe suo marito, Mariano Englen, un nobile napoletano, addetto al Consolato italiano. E Biaseto non nascose la sua gelosia paterna: «Lella, la primogenita, una creatura che ho molto amato, la più amabile, la più cara. Un uomo me l'ha portata via». La famiglia Marin, intanto, dal '38 aveva dovuto andarsene da Grado e trasferirsi a Trieste, dove sono nate Gaia e Alia, le due figlie di Gioiella, che nel dopoguerra andò a vivere col marito a Roma, dove fu a lungo insegnante. Alla sua primogenita, Biagio Marin aveva affidato tutta la sua eredità letteraria. E Lella non venne mai meno a questo compito.

Renzo Sanson



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