Morto il regista Michael Apted da “La ragazza di Nashville” a 007

epa03511484 British director Michael Apted arrives on the red carpet for the closing night of the 9th Dubai International Film Festival (DIFF) 2012 in Gulf emirate of Dubai, United Arab Emirates, 16 December 2012. EPA/ALI HAIDER
epa03511484 British director Michael Apted arrives on the red carpet for the closing night of the 9th Dubai International Film Festival (DIFF) 2012 in Gulf emirate of Dubai, United Arab Emirates, 16 December 2012. EPA/ALI HAIDER

ROMA

Ha mancato per una manciata di giorni - poco più di un mese per l'esattezza - l'appuntamento con i suoi 80 anni. È morto a Los Angeles il regista Michael Apted, una lunga e onorata carriera da cineasta, premiato dal consenso del pubblico e dalla stima dei colleghi nonostante un palmarès in fondo scarno, salvo l'exploit delle sette nomination all'Oscar nel 1980 con «La ragazza di Nashville». Ma alla fine, in quel caso, a trionfare fu solo la sua protagonista, Sissy Spacek, e allo stesso modo ricordiamo uno dei suoi migliori film - «Gorilla nella nebbia», 1988 - soprattutto per l'intensa interpretazione di Sigourney Weaver. Il fatto è che l'inglese Michael Apted, nato ad Aylesbury nel Buckinghamshire il 10 febbraio 1941, è stato soprattutto un raffinato artigiano, un attento direttore d'attori, un meticoloso costruttore di congegni narrativi. Il suo sogno era raccontare l'esistenza ordinaria di un gruppo di persone normali nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza, dalla maturità alla vecchiaia: lo realizzò, dal 1964 allo scorso anno, col progetto televisivo «Up», filmando un gruppo di 14 bambini e seguendoli nella loro crescita ogni sette anni.

Nel 1980 trionfa con «La ragazza di Nashville» sulla cantautrice country Loretta Lynn. È il soggetto ideale per conquistare il pubblico dell'America profonda e nel 1981 si ripete, grazie a John Belushi, con la commedia demenziale «Chiamami aquila» scritta da Lawrence Kasdan. Seguiranno titoli come «Gorky Park», «Cuore di tuono», «Occhi nelle tenebre» e perfino un titolo della saga di 007: «Il mondo non basta» con Pierce Brosnan. L'impeccabile spy story «Enigma», scritto da Tom Stoppard e tratto dal romanzo di Robert Harris nel 2001 e il dramma storico «Amazing Grace» (2006) sul gentiluomo inglese William Wilberforce che a inizio '800 fece abolire la schiavitù in Gran Bretagna, restano i migliori titoli nell'ultima parte della sua carriera. Ma continuò imperterrito a dirigere come nel sequel de «Le cronache di Narnia» del 2010 («Il viaggio del veliero») o «Codice Unlocked» con Noomi Rapace e Orlando Bloom, la sua ultima regia nel 2017.

Il suo capolavoro rimane «Gorilla nella nebbia», in cui ricostruiva il misterioso omicidio dell'antropologa Dian Fossey, mandata in Congo Belga dal «National Geographic» per studiare i gorilla di montagna, specie in via d'estinzione. —



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