Nasce la stampa una rivoluzione che in 50 anni cambia l’Europa
Un “Psalteriolo da Puti”, una delle grammatiche più diffuse ed economiche della seconda metà del ‘400 per insegnare ai bambini a leggere, costava da 1 a 4 soldi e con un soldo all’epoca potevi comprare 500 grammi di ciliegie, mentre con 4 riuscivi ad acquistare un pollo o un’anguilla oppure un cartoccio di zucchero: 50 soldi era infatti il salario medio di un capomastro costruttore per due giorni di lavoro. Uno dei luoghi comuni della cultura occidentale più a lungo condivisi anche dalle comunità scientifiche è quello di un’Europa agli albori del Rinascimento dove il libro (e dunque il sapere) era esclusivo appannaggio dei nobili, dei ricchi e delle caste ecclesiastiche. Niente di più lontano dalla realtà: già quando i libri circolavano solo manoscritti esisteva in tutti i settori un grande mercato di copie economiche che venivano acquistate anche dalle classi meno abbienti, proprio a partire dalle grammatiche per imparare a leggere e scrivere. Un mercato che nei decenni immediatamente successivi all’invenzione della stampa (1455) esplose letteralmente grazie all’abbassamento dei prezzi che le metodologie editoriali a caratteri mobili dopo l’invenzione di Gutenberg permisero, fino a produrre e a far circolare in poco meno di 50 anni milioni di libri in tutta Europa. Una vera e propria rivoluzione, di cui il libro e la sua libera diffusione furono i portatori.
A raccontarci cosa accadde realmente in quei decenni fondamentali per la storia sociale del nostro continente sono gli esiti di un importante progetto di ricerca, il 15cBOOKTRAD, coordinato dalla professoressa Cristina Dondi del Lincoln College di Oxford, dall’1 settembre visibili nella mostra “Printing Revolution 1450-1500. I 50 anni che hanno cambiato l’Europa” al Museo Correr e nelle Sale Monumentali della Biblioteca Marciana di Venezia. «Questa mostra – spiega Dondi - intende raccontare in modo semplice e diretto con strumenti di grande impatto visivo (infografiche, mappe, storytelling) come l’alfabetizzazione diffusa e la circolazione del sapere divennero grazie alla stampa tratti distintivi della nostra società europea già nel primo periodo moderno».
Ma che cos’è esattamente il 15cBOOKTRADE? «In sintesi - spiega Dondi - con questo progetto si è riusciti per la prima volta a realizzare la visualizzazione scientifica del movimento dei libri attraverso lo spazio e il tempo grazie a un’équipe composta da quasi tutti ricercatori italiani che da anni mappa la diffusione e l’uso dei libri pubblicati agli albori della stampa, i cosiddetti incunaboli. A oggi abbiamo coperto il 10% del mezzo milione di volumi ancora esistenti sparsi in circa 4.000 biblioteche europee e americane».
Il risultato di questo lavoro è un enorme database che traccia la circolazione dei libri, le loro rotte e i loro possessori fra Europa e America attraverso i secoli: basta inserire nel software il titolo di un libro per ricostruire la mappa di tutto il suo percorso, dal luogo in cui fu stampato a quello in cui ora si conserva; oppure, inserendo il nome di un possessore di qualsiasi epoca, si può risalire ai tragitti di tutti i suoi libri, come nel caso celebre di Leonardo Da Vinci o dei triestini Domenico Rossetti (geografo, letterato e avvocato), Costantino Cumano (medico e numismatico), Giovanni Orlandini (libraio e fondatore del giornale La Favilla).
Grazie ai dati emersi in mostra si potrà ripercorrere il variegato mondo tipografico ed editoriale degli albori della stampa, ricostruendo in particolare quello veneziano, composto da oltre 300 intraprendenti stampatori determinanti in virtù delle capacità commerciali e distributive della Serenissima per la diffusione dei libri su scala internazionale.
Tra i tanti luoghi comuni sugli albori del libro a stampa, ora finalmente sfatati, anche quello estremamente radicato storiograficamente che vede Lutero e la sua riforma come gli artefici della diffusione della Bibbia alle grandi masse. «Cosa non vera - conclude la professoressa Dondi – dal momento che già 50 anni prima circolavano diffusamente traduzioni della Bibbia nelle più diverse lingue col beneplacito della Chiesa che appoggiava largamente sia dal punto di vista finanziario che editoriale la stampa». —
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