Nathan Never e “Il Poeta” la fantascienza quotidiana alle prese con la grande arte

Esce oggi il nuovo albo disegnato dal triestino d’adozione Romeo Toffanetti: «Un noir omaggio a Blade Runner»  

la recensione



Non si era mai visto e finalmente ha un volto, che non sveliamo ma che non potrà non risultare familiare. Fan in subbuglio e curiosità alle stelle per l'albo n.327 di Nathan Never in uscita oggi. La nuova avventura dell'Agente Alfa, con il disvelamento di un personaggio fortemente visionario e accattivante, si preannuncia come un lavoro ambizioso e seducente, uscito dalla penna di uno dei padri storici del personaggio di casa Bonelli come Bepi Vigna e dalle tavole del disegnatore Romeo Toffanetti, natali a Buenos Aires ma triestino d'adozione, qui a raccontare in prima persona la nuova creatura.

«“Il Poeta” segna la prima parte di un'avventura – racconta Toffanetti - che si snoderà attraverso un albo doppio, tra agosto e settembre. Il secondo s'intitolerà “Repliche Umane”: si tratta di una vera graphic novel. Come ha annunciato Bepi Vigna parla d'arte, di emozioni che segnano la nostra vita, di ricordi che ingannano. È una grande riflessione su quella che sarà l'arte del futuro di Nathan usando un protagonista molto particolare: Joe Vengeance, il più grande artista visuale del XXIII secolo, già nominato in avventure precedenti». Il fatto di essere pensato e scritto come un romanzo ha permesso una costruzione ricchissima di citazioni, che snocciola nomi quali Dostoevskij, Tolstoj, Pessoa, suggestioni visive da Munch a Picasso. «Ma si allaccia anche alla riflessione di Adorno e Horkheimer sull'industria culturale: l'arte come merce di consumo, non più legata all'emozione ma rispondente alle leggi di mercato». Troppi intellettualismi? Niente paura: come sottolinea il suo disegnatore, «il progetto è complesso ma è un noir, con un grande omaggio a “Blade Runner”; anzi, come ha scritto Bepi, come l'avrebbe inteso Ridley Scott. D'altronde, è un film che che ha segnato i nostri anni nel disegnare Nathan Never e i loro per idealizzarlo. C'è un ritorno a questa fantascienza più “normale”, un quotidiano che si sposta nel futuro. Un futuro non di viaggi stellari ma una società con i nostri problemi, cupa e pessimistica».

In constante divenire, Nathan Never non è mai stato un fumetto classico ma continua ad avere una continuity articolata, in perenne trasformazione. Anche visiva. «Rotta la gabbia bonelliana a tre strisce – spiega il disegnatore - ci sono splash page a tavola piena, addirittura una illustrazione intera a due pagine. Se il lavoro è tanto? Più di pensarle che di disegnarle: trattandosi di riflessioni oniriche c'è una totale reimpostazione della tavola. Il fondo non è più bianco ma nero e l'inserimento di opere pittoriche famose ha richiesto una costruzione molto grafica, davvero particolare. Il risultato è bellissimo, è una delle storie più complicate che ho disegnato: è interiore, intima e ho voluto curare espressività, gestualità e recitazione dei personaggi». Un lavoro che non si esaurirà sulla carta, ma si svilupperà in uno spettacolo che unirà fumetto musica recitazione e immagini «in una sorta di rappresentazione teatrale che stiamo preparando. Con noi collaboreranno anche il doppiatore triestino Franco Zucca (“L'uomo che uccise Don Chisciotte” in uscita, “La Forma dell'Acqua”) e il flautista jazz pordenonese Massimo De Mattia. «Mi piacciono le storie più intime, più noir, più cupe – continua Toffanetti -: mi sono sempre più congeniali e mI impegno per trasmettere al lettore quell'atmosfera proiettandolo all'interno del racconto. È un tentativo, lavorando in questa sorta di realismo, di abbattere la barriera che c'è tra me e la storia per portarvi il lettore all'interno. In genere lo faccio rispettando molto la sceneggiatura senza prevaricare col disegno ma in questa storia era necessario lavorare sulla spettacolarità: si parla d'arte, d'altronde. Mi sono trovato a illustrare dipinti notissimi con la china e ciò ha reso la storia intima ma anche molto spettacolare». —



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