Nel Bagno Ducale già Massimiliano prendeva la tintarella

Il padiglione del Bagno Ducale si colloca sulla sponda orientale del molo del Museo di Miramare e, malgrado il suo nome si riferisca alla breve permanenza in castello del Duca d’Aosta (1930-1937), dalla scarsissima documentazione emersa dalla ricognizione sulle fonti, si segnalano alcune tavole grafiche, una di datazione ignota in cui si fa riferimento al progetto per la costruzione di una cabina balneare a Miramare (Projekt zur Herstellung einer Badanlage im kaiser. Schloss von Miramar), e altre datate 1899. Dalle esigue informazioni che possiamo trarre da tali fonti quindi non è dato sapere se la cabina rientrasse già nel progetto di Massimiliano d’Asburgo. Tuttavia, se tale deduzione fosse confermata e suffragata da future ricerche, non sorprenderebbe affatto visto l’amore dell’arciduca per il mare e le più varie forme della Natura testimoniato nei suoi scritti.
Quello che tuttavia si desume abbastanza chiaramente dall’indagine iconografica condotta sul materiale sinora consultabile, è che probabilmente il padiglione fu realizzato sul sedime, o nei pressi, di quello che fu l’edificio per il coordinamento del cantiere lavori dell’intero comparto.
La posizione straordinaria della cabina infatti permette una vista unica sul castello e sul golfo di Trieste: non a caso il nome moderno con cui conosciamo il minuto edificio, ducale appunto, ci racconta di un loisir anni’30, in cui il contatto con l’aria aperta e lo sport era appannaggio delle sole classi privilegiate. Anche nel secondo dopoguerra il padiglione conosce un notevole successo tra coloro che si trovarono a soggiornare in castello: sempre dalle fotografie di quell’epoca si desume come la piattaforma poligonale in cemento armato, costruita a poca distanza dalle scalette per la discesa al mare, vede la trasformazione del suo uso da presidio militare in trampolino e solarium tra le onde.
L’edificio si presenta di semplice e fragile struttura realizzata con una intelaiatura lignea i cui interposti sono costituiti da una muratura in mattoni pieni finita poi con intonaco interno più volte tinteggiato. Il piccolo spazio interno è tripartito da sottili partiture lignee, la stanza centrale distribuisce due contenute cabine dotate dell’essenziale: lavabo e doccia. Il padiglione reca traccia di alcuni interventi relativamente moderni e limitati che non ne hanno snaturato né la forma, né la funzione né tantomeno l’aspetto generale ricalcando abbastanza fedelmente le testimonianze grafiche individuate. L’intervento di restauro che ci si appresta ad intraprendere sarà focalizzato quindi a conservare e valorizzare questo minuto e delicato oggetto testimone alcuni frammenti di vita al castello, progetto che sarà attento a mantenere l’aura di una cabina da bagno d’altri tempi, semplice e moderna al tempo stesso. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo