Nel suo Universo numero uno Sunico canta la varietà della vita

«My Universes rimanda alla complessità del mio mondo interiore e all’impossibilità di scegliere un genere musicale o una lingua unica per lasciarsi, invece, condurre da ciò che di momento in momento vuole emergere»: nel progetto iniziale doveva essere un album, ma poi Sunico ha deciso di dividerlo in due capitoli e così esce ora l’ep “My Universes One” a cui farà seguito un secondo ep a primavera. Disponibile sulle maggiori piattaforme di streaming e distribuito dalla Collective Records (etichetta del triestino Omar Soffici, autore, produttore e regista, noto anche in campo rap e hip hop) contiene quattro brani che hanno come filo conduttore quello di essere stati scritti a Trieste, anche se in momenti diversi, pezzi dalle sonorità principalmente elettroniche, composti interamente con i synth, i loop di LogicPro e il basso e rimaneggiati poi dal batterista Gabriele Piazza (membro degli Anadarko e Maury+Tanja).
Mix e master sono a cura del polistrumentista Tommaso Mantelli, la copertina è opera di Alba Zari, i testi sono sia in inglese che in italiano: «Ho scritto di pancia – dice Sunico – come mi andava, come mi suggerivano, di volta in volta, il mood e il ritmo della canzone».
«Ho cominciato a comporre le mie prime canzoni – continua l’autrice – nella primavera del 2017 su un’isola greca, Milos, durante un periodo sabbatico, che mi ero concessa dopo cinque intensi anni di insegnamento in una scuola steineriana a Trento». È triestina d’adozione Susanna Romanzi, in arte Sunico, cantante e musicista nata a Milano e vissuta poi a Treviso e Bologna fino a rimanere folgorata dal capoluogo giuliano: «Mi sono trasferita qui - afferma - non per necessità, lavoro o amore come spesso accade, ma per la città stessa. Mi sono subito sentita a casa, accolta. Amo il mare, in senso viscerale, la natura e ritmi più rilassati. Nel 2018 ho avuto modo di conoscerla meglio, passandovi un mese d’estate come artista di strada, per portare in giro la mia musica e poi ho deciso di trasferirmi qui per provare, finalmente, a mettere le mie radici».
“My Universes One” racchiude le composizioni “Kairos”, “Istante Largo”, “Don’t Stop it” che è accompagnata da un videoclip realizzato da Eugenio Spagnol e girato tra il cemento e i graffiti dei corridoi interni del quadrilatero di Rozzol Melara, interpretato dalla stessa Sunico con Marta Cita e per finire “Adaptation” che prende il titolo dal film di Spike Jonze (in italiano “Il ladro di orchidee”).
«Nella fase del primo lockdown – prosegue la cantante – mi ero dedicata alla lettura e alla scrittura (ho nel cassetto alcune fiabe e un libro di narrativa). Per natura, tendo a non preoccuparmi troppo del futuro. La situazione generata dal Coronavirus è ancora troppo incerta, mobile, per farsi un’idea di come le cose cambieranno. Mi informo il giusto, senza farmi sommergere dalle mille contraddizioni».
«Per quanto riguarda lo stop dei live - conclude Sunico - come artista e ancor prima come essere umano, amante di ogni espressione culturale degna di questo nome, sono molto attenta e sensibile alla questione e, nel mio piccolo, farò il possibile perché la cultura in generale, e la musica in particolare, possa avere nuova linfa». —
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