Nella “Foresta” di Claudio Noce ci sono gli inganni del Nordest

TRIESTE. Un mistero da sciogliere incastrato fra i monti, in un paesino al confine fra Italia e Slovenia: è la storia di “La foresta di ghiaccio”, thriller che il regista Claudio Noce presenterà oggi...

TRIESTE. Un mistero da sciogliere incastrato fra i monti, in un paesino al confine fra Italia e Slovenia: è la storia di “La foresta di ghiaccio”, thriller che il regista Claudio Noce presenterà oggi al Cinema Ariston alle 20.30, in un incontro organizzato da La Cappella Underground in collaborazione con Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival.

Anche se “La foresta di ghiaccio” è stato girato in Trentino, ha parecchi elementi che lo spingono a Nordest. Prima di tutto l’ambientazine, sul confine sloveno, poi i protagonisti, il regista serbo Emir Kusturica e l’attrice russa Ksenia Rappoport, che nel 2006 ha girato a Trieste “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore.

“La foresta di ghiaccio” ruota intorno al paesino di montagna nel quale arriva Pietro, un tecnico chiamato a riparare una centrale elettrica di alta quota. Il ragazzo viene però risucchiato in un intrico di segreti condivisi fra gli abitanti, soprattutto tra due fratelli, Lorenzo (Adriano Giannini) e Secondo (Kusturica), e una zoologa degli orsi (Rappoport). In quell’angolo ghiacciato e sperduto si nascondono un traffico sospetto, sparizioni, morti senza un perché.

Illuminato da una fotografia virata ai toni del ghiaccio, sotto una neve inarrestabile, quello di Noce è un film dominato dalla natura. Il regista ha un talento particolare per i racconti “ai margini”, linguistici, geografici o culturali. Nel 2007 ha debuttato nel lungometraggio con “Good Morning, Aman”, su un giovane somalo immigrato a Roma. «”La foresta di ghiaccio” invece è un thriller, un nodo drammaturgico che lentamente si scioglie fino a diventare polvere e vento», ha detto il regista. «Ed è anche simbolo: un piccolo villaggio che diventa un’enorme città dove l’inganno si fonde con la menzogna».

Elisa Grando

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