Nella “Palestra” mamma e papà difendono i figli violentatori

PORDENONE. La scuola, il branco, il bullismo, la famiglia nel nome della quale ogni senso di giustizia svanisce, e rimane solo quell'unico altare a cui si deve sacrificare ogni cosa: è ciò che accade ne "La palestra", spettacolo che inchioda lo spettatore alla sedia, in arrivo al Teatro Verdi di Pordenone, portato dalla Compagnia Veronica Cruciani, stasera alle 20.45. E sul palco ritorna Arianna Scommegna (Premio Ubu 2014 come miglior attrice e Premio Hystrio 2011), che da 15 anni, cioé da quando è apparsa sulla scena e fu tra le fondatrici della compagnia Atir, «ha saputo imporsi - così fra le motivazioni del Premio Ubi - non solo grazie al suo forte temperamento, ma anche e soprattutto perché capace, grazie a un impressionante ventaglio di registri espressivi, di recare a ogni suo personaggio qualcosa di struggentemente personale. Capace di caricarlo di una verità nuova e sconosciuta».
Nel testo di Giorgio Scianna due uomini e una donna sono stati convocati dalla preside. I loro figli, ragazzi sempre perfetti agli occhi dei genitori, sono dei bulli. Quando la preside arriva, è come se avessero paura di cominciare a parlare. Se ne stanno lì, appollaiati sugli attrezzi sportivi. Poi lei inizia a raccontare: una compagna di classe ha subito violenza. È successo in quella palestra, è successo almeno due volte. L'hanno presa a turno, filmando ogni cosa con il cellulare. Lei è una ragazza considerata fin troppo sveglia, fin troppo facile. L'hanno minacciata perché non raccontasse niente. I genitori domandano, attaccano e difendono, provano a mettere in discussione, a smontare quell'accusa…
"La palestra" è un dramma attuale, spietato, coinvolgente, che ci mostra come gli adulti possano diventare branco per difendere i propri cari. Ma proteggendo i loro figli sono loro, i genitori, a commettere l'abuso più grande, li condannano all'impunità dei propri gesti. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it, tel. 0434-247624.
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