Nella pancia del pesce l’evoluzione animale secondo Vascotto

di GIADA CALIENDO Pesci, anfibi, figure antropomorfe nascono dalla mente e dal cuore di Alessandro Vascotto, figure libere e in movimento si relazionano in uno spazio fluido. Nulla è definito né il...
Di Giada Caliendo

di GIADA CALIENDO

Pesci, anfibi, figure antropomorfe nascono dalla mente e dal cuore di Alessandro Vascotto, figure libere e in movimento si relazionano in uno spazio fluido. Nulla è definito né il concetto, né l'azione, quello che appare chiaro e che affascina è la mutazione, la trasformazione, la reale evoluzione del soggetto in altro. La personale di Vascotto "Nella pancia del pesce" è stata inaugurata lo scorso 21 gennaio allo spazio trart in viale XX settembre. La mostra, presentata da Federica Luser con un testo in catalogo, sarà visitabile fino al prossimo 18 febbraio. Il fruitore osservando le opere viene proiettato in una dimensione differente da quella reale e si ritrova in un mondo arcano in cui i pesci si stanno modificando come all'origine della formazione della terra. Si visiona una mutazione, una clonazione in cui esseri differenti si fondono. Quasi una possibilità di esplorare, da un punto di vista privilegiato, l'evoluzione della specie.

Una dolce immaginazione traghetta gli anfibi in una relazione intima tra messaggio grafico e decodificazione linguistica. Molte sono le opere in cui si leggono frasi, parole, definizioni, non obbligatoriamente esplicative dell'immagine. L'artista chiarisce che la voglia di aggiungere la parte scritta in alcuni lavori deriva non dalla necessità (per altro inappropriata e sterile) di "spiegare" l'opera, ma piuttosto da una maggiore opportunità di immaginare.

Vascotto che nasce come graphic designer, apre il suo universo fantastico a molteplici chiavi interpretative. Vale la pena considerare le sfumature di colore, le strutture scheletriche delle immagini protagoniste in contrapposizione alla leggerezza del cromatismo in cui gambe, braccia, mani si percepiscono a volte come ombre, a volte come reminiscenze. Vascotto usa una tecnica mista per la realizzazione delle opere che gli permette di intensificare la parte principale del lavoro con colori più cupi e marcati e allo stesso modo di rendere più lievi i tocchi dei contorni mediante l'uso dell'acquerello. Ci sono pesci che si librano nel cielo azzurro contornato da pallide nuvole bianche, ce ne sono altri che attraversano foreste con alberi altissimi di cui assorbono i colori terresti del bronzo e del beige.

Alcune opere, pregne di un concettualismo contemporaneo, guardano al primario legame madre figlio, alla nascita quale superamento della morte, alla ritualizzazione della procreazione. "Nella pancia del pesce" tutto può ancora accadere, ci si può salvare e rimanere lì al sicuro per molto tempo (se pensiamo a Geppetto nel meraviglioso racconto di Collodi quando si trovava nel ventre della balena) ma si può anche decidere di andare a Ritroso percorrendo la strada al contrario giungendo all'origine della storia. C'è inoltre il pericolo di rimanere imbrigliati come si può vedere nell'opera Cattività in cui un enorme pesce è rinchiuso in una gabbia ch. e a stento lo contiene, una gabbia fatta di sbarre geometriche e non di vetro bombato come sarebbe auspicabile. Una relazione quindi tra nascita/evoluzione e crescita/legame, ingegnoso meccanismo cognitivo del pensiero. Vascotto gioca con se stesso e con il fruitore narrando storie verosimili e lo fa alla maniera dell'illustratore usando a volte il solo disegno, altre aggiungendo frasi: “Il pesce uomo a caccia negli abissi insegue un'idea se la mangia e cola a picco. Talvolta dopo averla lungamente digerita torna a galla”.

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