“Non dimenticarti di respirare” Martin Turk presenta il terzo film

Stasera il regista triestino all’Ariston con il coprotagonista della pellicola Tine Ugrin storia con tratti autobiografici, girata nella Carniola Bianca, musica di Teho Teardo



L’estate dei quindici anni, quella delle rivoluzioni emotive, nella quale ci si distacca dalle consuetudini dell’infanzia: la racconta con poesia il bel film “Don’t Forget to Breathe” del regista triestino Martin Turk. Dopo essere passato con successo nella sezione Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma, “Don’t forget to breathe” approderà a Trieste al Cinema Ariston oggi alle 20.30, accompagnato dal regista e dal coprotagonista Tine Ugrin.

Il film racconta la storia di Klemen (Matija Valant), un quindicenne che vive in un paesino della Slovenia con la madre e il fratello maggiore Peter (Ugrin). I due ragazzi sono legatissimi, trascorrono molto tempo insieme, si supportano nei tornei di tennis. Quando Peter s’innamora di Sonja e comincia con lei una vita più adulta, però, Klemen resta spiazzato: preso dalla gelosia, comincia a comportarsi in maniera avventata, diviso tra la sorpresa di affacciarsi all’età adulta e il desiderio di trattenere a sé il fratello.

Martin Turk, triestino della minoranza slovena, è al suo terzo lungometraggio dopo “Feed me with your words” (2012) e “A good day’s work” del 2018, passato ai festival di Sarajevo e Busan. Da tempo vive fra Trieste e Lubiana: «Sono cresciuto con i film horror e con l’heavy metal, poi ho scoperto il cinema d’autore», racconta il regista. «Quando ero a Trieste andavo tutti i giorni alla Cappella Underground, o alla Sala Azzurra del cinema Excelsior per scoprire i film di Kiarostami, Kitano. A vent’anni sono andato a studiare all’Accademia di Teatro, Radio, Cinema e Televisione di Lubiana e ci sono rimasto».

“Don’t Forget to Breathe” parte da elementi autobiografici della sua adolescenza, «come il rapporto molto forte con mio fratello, il piacere di stare da solo con la natura. Il film parla del crescere, del doversi lasciare quando si diventa adulti. Ho voluto costruire una storia di “coming of age” ma con tratti più poetici, un film in cui i giovani potessero identificarsi per come vivono ora e gli adulti ritrovare un ricordo della propria giovinezza». Le riprese sono state effettuate in Carniola Bianca, «una regione della Slovenia vicina al confine con la Croazia, a sud-est. Conosco quei luoghi perché mia moglie viene da lì. C’è una natura differente dal resto del paese, poco toccata dal turismo: cercavo un posto aperto, col fiume, che raccontasse bene il periodo magico di inizio estate».

“Don’t Forget to Breathe” è una coproduzione tra Slovenia, il Fondo Regionale per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, la casa di produzione friulana Quasar, Raicinema e una quota croata. Un modello che, dice Turk, rappresenta bene la specificità del nostro territorio: «Esiste un fondo di co-sviluppo transregionale, React, che connette Slovenia, Croazia e il Friuli Venezia Giulia con l’idea che questi luoghi sono legati storicamente e culturalmente, e che quindi è naturale che si sviluppino coproduzioni tra di noi». Al film hanno lavorato professionisti da tutta la macroregione, come il direttore della fotografia croato Radislav Jovanov, il compositore pordenonese Teho Teardo e il montatore torinese, ma triestino d’adozione, Beppe Leonetti. —



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