Notti magiche di Virzì, nostalgiche e con riferimenti per addetti ai lavori

Film di chiusura della più recente edizione della Festa del Cinema di Roma, “Notti magiche” di Paolo Virzì mette al centro la nostalgia, con un titolo che va dritto ai Mondiali di Italia ’90 e un...



Film di chiusura della più recente edizione della Festa del Cinema di Roma, “Notti magiche” di Paolo Virzì mette al centro la nostalgia, con un titolo che va dritto ai Mondiali di Italia ’90 e un continuo rimando al nostro cinema. Il regista livornese osserva con affetto il passato glorioso del cinema italiano collocando i suoi sceneggiatori protagonisti in un momento in cui si manifestano evidenti i primi sintomi di decadenza del cinema del presente. Eugenia Malaspina (Irene Vetere), Antonio Scordia (Mauro Lamantia) e Luciano Ambrogi (Giovanni Toscano) sono i tre finalisti del prestigioso premio Solinas, che viene attribuito ogni anno a Roma alla migliore sceneggiatura redatta da un giovane promettente.

Sullo sfondo c’è Roma, affascinante quanto decadente, c’è il mondo del cinema romano, e c’è la morte di un produttore (Giancarlo Giannini) che tinge tutto di giallo. La suspense è un espediente, non particolarmente riuscito, come gli intrecci e le caratterizzazioni. Lo script fatica a reggere le due ore di film, e alla fine resta l’omaggio nostalgico, autobiografico, rimane negli occhi solo la carezza affettuosa a un modo ci fare cinema che non c’è più e una strigliata alle nuove generazioni di cineasti.

“Notti magiche” non è, dunque, il film più riuscito di Virzì, è un film personale, a tratti autoreferenziale, che neppure i bravi co-sceneggiatori Francesca Archibugi e Francesco Piccolo sono riusciti ad allontanare da una dimensione quasi privata. Diverte, se sei un appassionato, cercare dietro i nomi, dietro le maschere, attori e registi che hanno fatto la storia del cinema nostrano. Risi, Monicelli, Scola, Antonioni e molte altre figure importanti ma perlopiù sconosciute al grande pubblico. Un giochino da addetti ai lavori che non tiene conto di tutti.



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