Patty Pravo in tour tocca Nova Gorica

Domani “La cambio io la vita che” che ha debuttato alla Fenice

“Nostra Signora della canzone”: l'ironica definizione coniata da Mario Luzzatto Fegiz per Patty Pravo sintetizza meglio di qualunque altra etichetta la carriera della cantante. Regina di vendite della musica leggera, icona del costume dell'ultimo mezzo secolo, un'italiana da esportazione, “la divina” per i suoi fan e, prima di tutto, l'interprete con il bagaglio di brani forse più vario e amato del nostro Paese. Libertà, passione, trasgressione gli elementi in gioco nelle sue canzoni. “La cambio io la vita che...”, l'inizio del ritornello di “E dimmi che non vuoi morire” scritta da Vasco Rossi e Gaetano Curreri, è il titolo dell'autobiografia di Patty Pravo uscita qualche mese fa e ora è diventato anche il titolo del nuovo tour con cui la cantante continua i festeggiamenti per i 50 anni di carriera (scoccati nel 2016) mentre quest'anno è “La bambola” a compiere mezzo secolo.

Per l'occasione Nicoletta Strambelli torna in pista con uno spettacolo pensato in due parti, che domani farà tappa al Casinò Perla di Nova Gorica, dalle 22. Una versione ridotta di quello che ha debuttato lo scorso 24 febbraio alla Fenice di Venezia, quando nella prima parte ad accompagnare la cantante c’era la Gaga Symphony Orchestra, una cinquantina di giovani musicisti per un repertorio di brani d'autore, mentre nella seconda la sua band per i ritmi pop e rock. Stasera sarà solo quest’ultima ad affiancare l’artista.

Particolarmente emozionante la data alla Fenice di Venezia, dove da bambina studiava danza con la maestra Mariella Turitto: per la cantante, cresciuta coi nonni a Dorsoduro, un ritorno a casa in grande stile. Fasciata in un elegante abito nero di Jamal Taslaq, capelli raccolti in modo sofisticato e trucco affidato ad Antonio Quattromani, entra in scena sulle note di “Concerto per Patty”, brano di 20 minuti scritto nel '69 da Gianni Meccia e Bruno Zambrini per enfatizzare il gioco della sua voce incalzata dall'orchestra. Il teatro è tutto esaurito e il calore del pubblico esplode da subito. Lei è statuaria, concentrata, propone “Tutt'al più” e canzoni del suo repertorio scritte da Léo Ferré e Jacques Brel, più le sue versioni di “My Way” e “Where Have All the Flowers Gone?”.

Si concede qualche battuta solo verso la fine del primo tempo: “Grazie casa!” accende gli applausi, mentre alla richiesta di una giacca per coprire le spalle raffreddate, dalla prima fila sono in quattro a offrire la propria. Patty sceglie quella di un ragazzo, un pezzo di Gucci coi quadrati di Arlecchino, e lo spettacolo diventa inevitabilmente lei. Dopo l’intervallo si presenta con la classica capigliatura sciolta, pantaloni e stivaletti neri, giacca a righe e chewing gum in bocca.

Tocca ai brani rock (“Piramidi di vetro”, “Orient Express”) e alle sue canzoni più amate, che tutta la Fenice intona volentieri: “Pazza idea”, “Pensiero stupendo”, “Se perdo te” e naturalmente “La bambola”. Patty adesso è meno tesa ma, a tratti, forse anche meno concentrata; d'altra parte lei è abilissima a trasformare una défaillance in un momento di teatro: rivolge il microfono al pubblico che, interpellato, la sostiene col coro. Ad aprile, in concomitanza col 70° compleanno, l'eterna ragazza del Piper si regalerà un programma su RaiTre ideato da Pino Strabioli, un dietro le quinte di questo tour che ha fatto tappa a Milano, Torino, per arrivare domani a Nova Gorica. E in autunno ecco un nuovo album, ispirato ai canti dei Tuareg.

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