Penzo, Puértolas, Moore in un viaggio di carta tra medici neri e fachiri

di Alessandro Mezzena Lona
Qualcuno dice ancora: non ci sono più libri belli da leggere. Si fissa sui romanzi da classifica, ascolta i consigli in tivù. Spesso si annoia, molla lì dopo poche pagine. Scuote la testa, mugugna. E forse non si accorge che di scrittori bravi, in giro, ce ne sono tanti. Basta saperli cercare, non lasciandosi suggestionare dai consigli di chi frequenta poco le librerie, o non ci va affatto.
L’estate è perfetta per divertrsi a scoprire libri. In questo piccolo viaggio, dedicato a chi va in vacanza e a tutti gli altri, bisognerebbe partire dal romanzo più bello in assoluto uscito in questo 2014. Ovviamente, “Il cardellino” della scrittrice americana di Greenwood, Mississippi, Donna Tartt pubblicato da Rizzoli. Ma quello è un successo acclarato, meritatissimo, benedetto dalle classifiche di vendita. E allora, partiamo da un tris di titoli e di autori che non deluderanno i lettori più esigenti.
Il medico in nero
Raccontare un uomo di tenebra come Josef Mengele è una sfida da far tremare le gambe. Perché la storia dell’aguzzino nazista, scappato impunemente in Sudamerica, è così estrema da scoraggiare la fantasia più fervida. Ma Lucía Puenzo ha costruito attorno al “Medico tedesco” non solo un romanzo perturbante e bello, tradotto dallo scrittore Pino Cacucci per Guanda (pagg. 230, euro 17), ma anche un ottimo film.
L’irresistibile fachiro
Ha fatto di tutto, nella sua vita, anche l’illusionista. E, soprattutto, ha cercato di difendere i diritti degli immigrati. Però, Roman Puértolas, scrittore di origini francoispaniche nato a Montpellier, non voleva debuttare con un romanzo da sbadigli. Unendo impegno e pirotecnico talento, ha tirato fuori questo “Incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio”, tradotto molto bene da Margherita Notto per Einaudi (pagg. 215, euro 16). Si legge ridendo e pensando.
Fascino di donna
Non ci sono scene erotiche esplicite nel suo romanzo, come va di moda adesso. Eppure, Alison Moore sa creare una tensione carnale nel suo romanzo “La moglie dell’albergatore” (tradotto da Carlo Prosperi per Bollati Boringhieri, pagg. 174, euro 15,50) davvero coinvolgente. Come una Alice Munro nata a Manchester nel 1971.
L’indagine del bobby
Di thriller, ormai, se ne trovano a pacchi. Ma Belinda Bauer, quella di “Blacklands”, merita davvero di non essere confusa nella massa informe. Nel suo romanzo “Negli occhi dell’assassino” (tradotto da Fabio Zucchella per Marsilio, pagg. 400, euro 18,50) porta in scena un personaggio originale e coinvolgente. Il bobby di quartiere Jonas Holly, che deve fronteggiare un criminale imprendibile e l’arroganza della Squadra omicidi.
Delitto all’Acropoli
Andrea Maggi è un giovane professore di Lettere con la passione per la Storia. Il suo primo romanzo ha voluto ambientarlo nella Grecia del IV secolo avanti Cristo. Mescolando morti ammazzati, possibili casi di licantropia, avvocati coriacei e una splendida donna. Il suo “Morte all’Acropoli”, pubblicato da Garzanti, pagg. 285, euro 14,50) è un debutto narrativo colto e appassionante. Un libro che divertirà anche chi non ha un buon rapporto con il passato.
L’amore è un intrigo
Di mestiere fa il professore universitario. Però, Alon Altaras i libri li sa scrivere con grande ispirazione. Dopo “Il vestito nero di Odelia” e “La vendetta di Maricika”, il terzo romanzo dello scrittore nato a Tel Aviv, che vive tra Venezia e Trieste, è un piccolo gioiello narrativo pieno di intrighi. ”Nostro figlio” (Atmosphere libri, pagg. 135, euro 14) mette in scena un ex soldato semplice israeliano che ha nascosto alla moglie un vecchio amore finito male. Quando il passato torna a bussare alla sua porta, tutto finirà per complicarsi.
L’ossessione di Maud
Alla fiera del libro di Londra, tutti voleva comperare i diritti di un romanzo della ventottenne Emma Healey. E si può capire perché “Elizabeth è scomparsa” (tradotto da Manuela Faimali per Mondadori, pagg. 285, euro 17) racconta una storia che trascina dentro le sue spire fin dalle prime righe. Nell’ossessione di Maud, che continua a tormentare tutti perché Elizabeth è scomparsa, è nascosta una tenebrosa verità.
Il talento di Georges
Che Georges Simenon fosse lo scrittore di maggiore talento del Novecento, non lo scopriamo oggi. Quello che stupisce è che il narratore di Liegi non sbagliasse una storia. Prendete “I clienti di Avrenos” (tradotto da Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio per Adelphi, pagg. 157, euro 18): può sembrare un torbido intreccio dove un uomo si innamora della donna sbagliata. Una ballerina che pensa a non precipitare più nella miseria della sua infanzia. Ma nei dialoghi, nei dettagli, nelle descrizioni dei personaggi, è nascosta la sua capacità di fare della storia un gioiello oscuro.
Il congedo di Alice
Già il titolo sembra una dichiarazione d’intenti. Sì, perché poco prima di ricevere il Premio Nobel per la letteratura, Alice Munro era decisa a chiudere il suo viaggio letterario. E “Uscirne vivi” (tradotto da Susanna Basso per Einaudi, pagg. 305, euro 19,50) sembra una summa dei suo temi narrativi. Dove i personaggi mettono in scena la loro esistenza, traendo il significato del tutto da dettagli solo in apparenza secondari.
Delitti nel paradiso bio
Se parliamo del grande Nord, forse il più limpido talento letterario è Arto Paasilinna. Anche i suoi libri meno riusciti sono sempre una spanna sopra gli altri. Nella “Fattoria dei malfattori” (tradotto da Francesco Felici per Iperborea, pagg. 336, euro 16), lo scrittore finlandese di Kittilä prende di mira certe manie salutiste del nostro tempo. Ed è lì, alla Palude delle Renne, in un paradiso bio, che l’ispettore capo dei servizi segreti deve indagare su un delitto.
La popstar sotto stress
Non sarà Justin Bieber, però la popstar inventata da Teddy Wayne è assai stressata. Undici anni, osannato da folle di fan, è nel ben mezzo di un tour che si sta rivelando troppo pieno di problemi per finire bene. E lo scrittore di New York va a scavare in un mondo fatto di finzione e interessi con il suo romanzo “La ballata di Johnny Valentine” (tradotto da Chiara Baffa per minimum fax, pagg. 404, euro 17). Una piccola scoperta.
Chi vuole Candy?
In America, negli anni Cinquanta, venne fermato dalla censura. Anche in Europa non ebbe vita facile con gli editori. Eppure “Candy”, il romanzo di Terry Sothern e Mason Hoffenberg (tradotto da Stefano Medici per Elliot, pagg. 186, euro 17,50) è una sorta di versione erotica, con risvolti grotteschi, del “Candide” di Voltaire. Da riscoprire.
Tre libri ancora meritano una segnalazione. “La linea di fondo” di Claudio Grattacaso (Nutrimenti, pagg. 252, euro 15) racconta una storia che punta gli occhi sulla vita partendo dalla passione per il calcio. “La verità di Amelia” di Kimberly McCreight (tradotto da Chaira Salina per Nord, pagg. 398, euro 16,40) esplora il confine tra verità e menzogna nello strano suicidio di una ragazza in una delle scuole più esclusive di New York. “Christiane deve morire” di Veronica Tomassini (Gaffi, pagg. 169, euro 13,50) lancia uno sguardo impietoso sul mondo dei giornali. E su chi gioca allegramente con le vite degli altri.
alemezlo
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