Per superare qualsiasi timore dal medico ci va il peluche

Gli studenti di Medicina di Trieste organizzano sabato mattina a Montedoro l’Ospedale dei pupazzi. L’obiettivo è di avvicinare i piccoli alla figura del dottore. Basta portarsi l’orsetto

MUGGIA Avvicinare i più piccoli alla figura del medico. È l’obiettivo dell’Ospedale dei pupazzi, la tradizionale iniziativa organizzata dalla sezione triestina del Sism, il Segretariato italiano degli studenti di medicina. Quest’anno i banchetti gestiti dagli studenti verranno ospitati dallo shopping center di Montedoro, che ha promosso l’evento, e saranno aperti al pubblico dalle 10 di sabato 29 aprile. Durante tutta la giornata i bambini e le famiglie potranno rivolgersi ai soci dell’associazione per capire divertendosi come funziona il lavoro del medico: i “pazienti” infatti, come suggerisce il nome della manifestazione, saranno dei peluche. I bimbi avranno la possibilità di scegliere un pupazzo fornito dagli studenti, o portare direttamente il proprio.

L’iter che seguiranno è lo stesso che viene messo in pratica negli ospedali. I peluche verranno quindi “accolti” dagli aspiranti medici, che si definiscono scherzosamente come “pupazzologi”. Saranno poi subito portati in una sala d’attesa, accompagnati dai bambini. Qui sarà dato loro un cartellino con le generalità, in modo da essere sempre chiamati per nome durante tutto il percorso. A questo punto, proprio i più piccoli aiuteranno i ragazzi a scrivere la “cartella clinica” del proprio peluche, indicando i suoi dati e le motivazioni che lo hanno spinto all’arrivo in ospedale. L’intera procedura sarà seguita con cura dagli studenti per renderla il più possibile vicina alla realtà. In quest’ottica, è fondamentale il rapporto empatico tra medico e paziente.

Durante l’attesa, sono previsti momenti di intrattenimento che hanno l’obiettivo di mettere a proprio agio i bambini e, in modo simbolico, gli “assistiti”. Alla fine del percorso, dopo la visita del peluche, il bambino avrà la sua cartella clinica, il cartellino di riconoscimento e il referto del “pupazzologo” che lo ha visitato. Vicino all’ospedale, inoltre, sarà allestito un banchetto informativo sul tema dell’alimentazione per sensibilizzare le famiglie. «Si tratta di un’iniziativa importante che ci permette di metterci in gioco e di rapportarci con le persone che per i motivi più vari non conoscono questo mondo» commenta Marco Liccari, 24 anni, socio del Sism e iscritto al quarto anno di medicina all’Università di Trieste. «Vogliamo far capire al pubblico che il lavoro del medico non è qualcosa di meccanico e automatico, ma è caratterizzato da una forte componente umana e relazionale». E a questo proposito aggiunge: «Il paziente deve sempre sentirsi a proprio agio, in questo modo la il nostro lavoro è molto più efficace».

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