Per Zubin Mehta quinto Capodanno a Vienna

I fiori del concerto non arriveranno più da Sanremo, ma dalle serre austriache. Coreografie del milanese Bombana
Di Flavia Foradini

VIENNA. È la quinta volta che Zubin Mehta dirige il Concerto di Capodanno al Musikverein di Vienna. Assieme a Willi Boskovsky, Clemens Krauss e Lorin Maazel è dunque uno dei direttori d'orchestra che è stato più presente a questo prestigioso appuntamento nella storia dei Wiener Philharmoniker. Dopo il 1990, il 1995, il 1998 e il 2007, il musicista indiano è stato nuovamente invitato "non soltanto perché è uno dei maggiori direttori d'orchestra a livello internazionale, ma anche perché è un grande umanista" col quale si è instaurato "un rapporto d'amore".

Nato a Bombay nel 1936, ma allievo negli anni 50 di Hans Swarowsky alla Scuola Superiore di Musica di Vienna, per il concerto della mattina del primo gennaio 2015 Mehta ha annunciato di voler allargare il repertorio tradizionalmente dedicato ai compositori della famiglia Strauss, anche ad altri musicisti, fra cui l'austriaco Franz von Suppé e il danese Hans Christian Lumbye.

Un'ulteriore novità di quest'anno è la coreografia del milanese Davide Bombana per il consueto balletto che per questa edizione si svilupperà sulle note della "Studentenpolka" op. 263 e del valzer "Wein, Weib und Gesang" op. 333 di Johann Strauss Figlio. L'ambiente scelto è quello dell'Università di Vienna, che nel 2015 festeggia il suo 650esimo compleanno.

Nel programma del concerto figurano anche pezzi che ricordano il Politecnico di Vienna, di cui nel 2015 si celebra il 250° della fondazione, e dove studiò anche Johann Strauss: i Wiener eseguono dunque la Polka "Mit Dampf" di Eduard Strauß, nonché "Accelerationen", "Elektro-magnetische Polka" e "Perpetuum mobile" di Johann Strauß Figlio. Il film normalmente trasmesso durante l'intervallo fra primo e secondo tempo tematizza invece il 150,o anniversario della creazione della Ringstrasse.

Un'altra, fondamentale novità di quest'anno è la conclusione della diatriba sullle connivenze dell'orchestra con il nazismo, che dal 2012 avevano gettato ombra sui Wiener Philharmoniker. Un libro appena pubblicato dall'editore Mandelbaum,"Orchestrierte Vertreibung" (Espulsione orchestrata), ha segnato, infatti, un chiaro e definitivo mea culpa della formazione austriaca più famosa. Realizzato in piena collaborazione fra orchestra e autori, l'elvetico Fritz Trümpi e l'austriaca Bernadette Mayerhofer, il volume di 280 pagine ripercorre sia i destini emblematici di 17 orchestrali che subirono la persecuzione nazista, sia le tenaci, pluridecennali resistenze dei Wiener Philharmoniker all'approfondimento di quei fatti dopo la guerra: «Nella nostra orchestra c'è stato un processo che forse è durato più a lungo che per altri», ci ha detto Andrea Grossbauer, quarantenne nuovo presidente dei Wiener: «Vi è stato anche un grande cambio generazionale e ora c'è un genuino interesse per una trasparente apertura rispetto al modo di affrontare la Storia: credo che i Wiener Philharmoniker in questo senso siano su una buona strada».

Trümpi e Mayerhofer, che hanno potuto accedere agli archivi dell'orchestra solo dal 2007, sono soddisfatti: «La pressione da molte parti negli ultimi anni è stata fortemente necessaria affinché l'orchestra si aprisse alle ricerche. Quasi non riusciamo a crederci, che ora l'orchestra rappresenti qualcosa di completamente opposto, ma è magnifico».

Il concerto di Capodanno viene diffuso quest'anno in 90 Paesi e per la prima volta anche alle Bahamas, in Armenia, India e Ucraina, con un pubblico stimato in 50 milioni di ascoltatori. Per la prima volta anche la Staastoper trasmette l'evento su un grande schermo nella piazzetta antistante lo storico edificio. E i fiori non vengono più come è stato finora, da Sanremo, bensì, autarchicamente, dalle serre della città di Vienna.

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