Peter Erskine: «Quanto mi manca Pino Daniele»

Il batterista che ha suonato con Chick Corea, Pat Metheny, Wheather Report, Diana Krall questa sera a TriesteLovesJazz
Wheather Report e Steps Ahead. Ma anche Steely Dan, Chick Corea, Diana Krall, Pat Metheny, Joni Mitchell e Pino Daniele in un carnet di collaborazioni a dir poco spaziale. Questa sera arriva uno dei protagonisti più attesi del TriesteLovesJazz 2017, Peter Erskine. Alle 21 in piazza Verdi con ingresso libero il batterista presenterà il suo ultimo progetto, Dr.Um. Peter Erskine Quartet, accompagnato da Bob Sheppard, sax, John Beasley, piano e tastiere e Benjamin Sheperd, basso.


«Suoneremo – spiega l'artista – brani tratti dai primi due album di "Dr. Um" (il primo dei quali ha ottenuto una nomination ai Grammy 2017), "Peter Erskine is Dr. Um" e "Second Opinion" (disponibile anche in Italia). A questi, si aggiungerà a breve un terzo capitolo, appena registrato: "On Call". La maggior parte delle composizioni è originale, scritta da me e Beasley, ma eseguiremo anche musica di Joe Zawinul. Il pubblico italiano è sempre meraviglioso, perché valorizza la cultura in generale e il jazz in particolare».


Sul futuro della musica si dice fiducioso. «La gente troverà sempre la strada verso la buona musica - afferma - e lei troverà sempre la via per arrivare alla gente». Il jazz gode di ottima salute. «È una celebrazione della mente e del corpo, dell'intelletto e dell'anima, suonare fa vivere bene. Sono grato di suonare la musica che amo».


Ricorda Pino Daniele come una bella persona: «Ha vissuto una vita poetica, musicale. Mi è piaciuto molto e mi manca tanto». Erskine è passato con facilità dal jazz alla fusion al rock al pop, senza dimenticare le big band: «Tutti questi generi richiedono una mente aperta e una certa disciplina, oltre al desiderio di trattare l'artigianato musicale con onestà e rispetto. Mi piace suonare ogni stile di musica, ma quella improvvisata è la mia preferita».


L'esperienza con i Weather Report ha avuto su di lui una particolare influenza. «Ero giovane - ricorda - e mentre ero con loro ho incontrato la donna che sarebbe diventata mia moglie, ma sono grato per tutti i grandi musicisti con cui ho avuto la fortuna di suonare». A ispirarlo, teatro, passeggiate, fotografia e libri. «Ma soprattutto – dice - l'ascoltare musica e immaginare le possibilità offerte. La Dr. Um Band è stata la cosa migliore per la mia recente ispirazione, ma sono un compositore modesto e ho bisogno del grande talento dei musicisti che oggi suonano con me per aiutarmi a mettere la mia vita in musica».


Da insegnante, progetta una app per l'apprendimento e gli piacerebbe suonare con un'orchestra in Italia. Ma suonare dal vivo dopo i recenti attentati a Parigi e Manchester è sempre più difficile. «Posso solo esprimere la speranza e la certezza che la musica dal vivo non finirà mai. Contro odio e intolleranza, l'arte può fornire solo risposte, ma non può costringere ad ascoltare. I governi possono incoraggiare e promuovere l'arte, che poi contribuirebbe ad attenuare in qualche misura le tensioni derivanti dall'odio e dalla diffidenza. Sembriamo vivere in un momento oscuro e la musica è una luce che aiuta a rendere il mondo un posto migliore. Noi musicisti possiamo solo fare del nostro meglio, una nota alla volta».


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