Proietti sogna Shakespeare e torna in tv con i “cold case”

ROMA. «Un Amleto o Macbeth, ci sto pensando. Un tempo facevo anche 16 cose insieme. Oggi, meglio una per volta». Sorride Gigi Proietti, mentre lo dice. Poi però, uno dopo l'altro, sciorina impegni e progetti in cantiere ed ecco che l'agenda si affolla di spettacoli, film, fiction, festival. Prima di tutto, c'è il teatro con il Globe, la sua grande scommessa vinta: un palcoscenico estivo dove programmare solo Shakespeare, come al Globe di Londra, ma nel cuore di Villa Borghese a Roma. «Quando abbiamo iniziato, undici anni fa - racconta - non ci credevano molto. Siamo partiti con 20 mila spettatori la prima stagione. Lo scorso anno erano 51 mila e la tendenza è ancora in crescita. Anche la ripresa di “Romeo e Giulietta” (regia dello stesso Proietti, ndr) è andata benissimo: pure sotto il diluvio c'erano 850 “eroi” seduti in platea». Il tutto mentre invece a Roma l'Eliseo rischia lo sfratto, il Valle contratta lo sgombero, l'Opera salta la Boheme per sciopero e il teatro in genere lamenta crisi e assenza delle istituzioni. «I problemi - commenta Proietti - non si risolvono solo a tavolino. Protestare per i tagli alla cultura è sacrosanto e doveroso, però intanto bisogna farsi venire delle idee, altrimenti si resta accanto al telefono ad aspettare. Secondo me, fra noi che produciamo teatro dobbiamo innanzitutto metterci d'accordo sull'uso della parole. Che vuol dire che un teatro fallisce? Non dovrebbe arrivare proprio nessuno in platea, ma non vedo casi del genere. È giusto criticare l'assenza di un interesse diretto e preciso della politica, ma cosa intendiamo per “teatro pubblico”? Pubblico perchè è sovvenzionato o lo sovvenzioniamo perchè pubblico? E poi, iniziamo anche a distinguere tra bene pubblico e bene comune. E basta demonizzare il teatro privato come se rendesse miliardari. Magari!».
Intanto al Globe fino al 17 agosto è in scena “Sogno di una notte di mezza estate” e la platea continua ad affollarsi, soprattutto di giovani. Dal 19 al 21 settembre Proietti stesso salirà sul palcoscenico, padrone di casa del primo Shakespeare Fest, concorso, curato da sua figlia Carlotta e Daniele Dezi, per cortometraggi indipendenti sul tema “Ancora Shakespeare: perchè?”.
Ma a tornare in scena da attore, invece, non ci pensa? «È prematuro, ma ho qualcosa in testa - risponde -. Sono passati un po’ di anni e forse è il momento di fare dei conti con me stesso». Intanto un doppio ritorno sarà quello sul set, a settembre, per il nuovo film di Neri Parenti, “Ma tu di che segno 6?”, in uscita l'11 dicembre. E poi in tv, in autunno su Rai1 con le quattro puntate di “Una pallottola del cuore”, giallo sul filone della commedia, per la regia di Luca Manfredi. «Interpreto un cronista in pensione - racconta l'attore -. Per caso mi capitano in mano vecchi casi ancora irrisolti e, così, per amore della verità, mi rimetto a indagare. Mio compagno d'avventure, oltre a Francesca Inaudi e Licia Maglietta, è Marco Marzocca, nel ruolo del fotografo del giornale. Siamo un pò come Sancho Panza e Don Chisciotte». Ma l'agenda ha ancora un appunto, perchè in tante stagioni al Globe mancano ancora due pietre miliari. «Non abbiamo mai fatto Amleto e Macbeth - conclude Proietti -. L'anno prossimo saranno sicuramente in scena. E la tentazione di dirigerne uno, lo confesso, è forte».
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