Quando il liscio incontra il punk Lido in festa per Elisabetta Sgarbi

Elisa Grando / Venezia
“Romagna mia” cantata in coro in sala prima della proiezione, un aereo giallo che vola in tondo sul Lido con lo striscione del film: è stata una vera festa la première alle Giornate degli Autori di “Extraliscio–Punk da balera”, il nuovo film di Elisabetta Sgarbi che racconta il mondo della musica romagnola da ballo. E rivela le connessioni col liscio di tanti insospettabili della canzone italiana, alcuni in platea: dal ferrarese Vasco Brondi, ex Luci della centrale elettrica, a Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, per il quale il liscio alle feste dell’Unità è stato «la prima forma musicale con la quale sono entrato in contatto da bambino, e che mi ha affascinato», fino a Elio che sullo schermo si esibisce in un ironico “valzer transgenico” e Jovanotti (al Lido non sbarcato), che nel film canta “Violetta”, un classico del liscio, in versione quasi rap. Ad accompagnare il gruppo, pur non comparendo nel film, c’erano a Venezia anche il pordenonese Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti e Vittorio Sgarbi, che la sorella regista ha ironicamente redarguito: «Purtroppo non ha visto tutto il film, perché aveva il telefonino acceso».
I veri protagonisti del film sono però i componenti della band Extraliscio: il cantante Mauro Ferrara, una vita intera passata sui palchi delle balere, il clarinettista Mauro il biondo, leggendario capo orchestra di Casadei, e il musicista Mirco Mariani. Dalla loro unione, qualche anno fa, è nato un gruppo che mescola la tradizione del liscio al punk: il loro singolo “Merendine blu”, uscito lo scorso marzo e interpretato dalla strana coppia formata da Lodo de Lo stato sociale e Orietta Berti, ha scatenato un piccolo culto.
Un caravanserraglio festoso che la Sgarbi, vincitrice al Lido del Premio Siae per il talento creativo, racconta mescolando documentario e finzione al seguito di un narratore, lo scrittore Ermanno Cavazzoni, che ci introduce fra i miti viventi del liscio. Dopo aver girato a Trieste e dintorni ben quattro film (“Il viaggio della Signorina Vila”, “Trieste la contesa”, “L’altrove più vicino”, “I nomi del signor Sulčič”), la regista stavolta si immerge nei paesaggi delle sue origini in Emilia Romagna, tra Ferrara, Cesena e Bologna, sul Po. «Da questo punto di vista, è un film molto autobiografico», afferma. «Ci sono i miei luoghi, i confini non definiti, le nebbie. E poi da adolescente avevo il sogno non di fare l’editrice, ma di diventare cantante rock, ma mia madre me l’ha impedito». Nel film, dice, si rivede ragazzina in Gilda Mariani, la figlia di Mirco, che in una delle sequenze più belle canta una sorprendente versione della canzone tradizionale ebraica “Gam Gam” riarrangiata in polka, eppure ancora così vicina alla musica klezmer. È l’anello di congiunzione tra passato e futuro: gli Extraliscio sono stati messi insieme da Riccarda Casadei proprio per avvicinare i giovani a questo genere. «Personalmente avevo bisogno di far conoscere questi supereroi che hanno vissuto la musica al servizio della gente: il liscio è la musica più altruista che c’è», ha detto Mariani. «Elisabetta ha preso per i capelli questo mondo che stava scivolando in un dirupo, salvando la sua storia: una cosa importante, perché la musica è bella quando è sincera e fatta per gli altri». —
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