Rettori Tribbio, la più antica in città nel 2019 festeggia i sessant’anni
Ha un doppio nome la galleria d'arte più antica di Trieste. Rettori per il nome della via, nel Ghetto ebraico di fronte alla chiesa del Rosario, e Tribbio dal nome della galleria che Eligio Dercar aveva in via Piccardi prima di rilevare lo spazio in Cittavecchia nel 1969.
La Rettori era stata fondata dieci anni prima dal conte Carolus Cergoly, figura carismatica e mitica del Novecento triestino, straordinario poeta e giornalista. Poi negli anni è stata gestita da Dercar, scomparso lo scorso aprile, insieme al genero Fabio Zorzet. La galleria tratta soprattutto pittura figurativa con un occhio particolare per gli artisti triestini e regionali, tra cui spiccano i nomi di Aldo Bressanutti, Nora Carella, Oreste Dequel, Annamaria Ducaton, Livio Rosignano, Lojze Spacal, Dyalma Stultus. Gli aneddoti, naturalmente, si rincorrono generosi. «Dercar era amico di Leonor Fini - ricorda Fabio Zorzet - anzi direi che era uno dei pochi amici triestini della pittrice. Lui andava spesso a trovarla a Parigi e c'è un bel carteggio tra di loro. Qui, negli anni, abbiamo organizzato molte mostre di disegni e grafiche di Leonor. Poi conobbi Tullio Crali, anche lui non aveva un rapporto facile con Trieste e in galleria abbiamo ospitato alcune delle sue ultime esposizioni in cui gli echi dell'aeropittura e delle innovazioni del Futurismo erano ancora molto forti».
A fianco alle mostre, che con cadenza quindicinale riempiono le pareti dello spazio, da qualche tempo la Rettori Tribbio ospita le lezioni di pittura tenute da Livio Možina. Una sessantina di allievi, di diverse età e provenienti da livelli di conoscenza molto variegati, si esercitano due volte a settimana copiando dal vero e cimentandosi con le tecniche del disegno.
L'entusiasmo e la passione di Možina preannunciano un'importante novità con cui la galleria festeggerà nel 2019 i sessant'anni di attività. «A gennaio - aggiunge Zorzet - il maestro rileverà questo spazio e prenderà in mano lui le sorti anche della parte espositiva. Naturalmente io continuerò a collaborare e a dare una mano come ho fatto per trent'anni affiancando Dercar». La visione iperrealista di Livio Možina segnerà il nuovo corso di una lunga avventura d'arte che continua la sua strada nel cuore di Trieste. —
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