Trieste celebra i 150 anni di Rilke, il poeta della luce
Nacque a Praga il 4 dicembre del 1875 e morì in Svizzera lo stesso giorno del 1926. Al Museo Lets di Trieste e al Collegio del Mondo Unito iniziative in suo ricordo

Il 4 dicembre fu una data fatidica nella vita di Rainer Maria Rilke, poeta, scrittore, saggista boemo di lingua tedesca, il cui nome è imperituramente legato a Duino e al ciclo di Elegie che lì videro la luce nel gennaio del 1912. Rainer Maria Rilke nacque infatti a Praga il 4 dicembre del 1875 e morì a Montreaux, in Svizzera, il 4 dicembre del 1926. In occasione dei 150 anni dalla sua nascita, diverse le manifestazioni per ricordare questo immenso poeta.
A Duino, l’Auditorium del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico ospita alle 20 una serata di poesie, letture e memorie dedicate a Rilke, una iniziativa organizzata in collaborazione con il Gruppo Ermada Flavio Vidonis.

Sempre oggi, alle 17. 30, lo Spazio Forum del Museo Lets a Trieste ospiterà un omaggio a Rilke realizzato in collaborazione con il Comune di Trieste, la rivista L’Indice dei libri del Mese, la casa editrice Einaudi e l’Università di Trieste.
La vita e l’opera dell’autore del “Libro delle Ore” saranno ricostruite da Ulisse Dogà, dell’Università di Trieste, che – assieme a Riccardo Cepach (Museo LETS) – dialogherà con Marilena Garis, studiosa rilkiana e autrice del recente volume “Rainer Maria Rilke. Luce sull’invisibile” (Ares, pp. 304, euro 19), che offrirà spunti e materiali – testimonianze, lettere, testi – per ripercorrerne le svolte biografiche e creative, soprattutto per quanto riguarda la vita segreta, le zone d’ombra e la sua instancabile ricerca poetica.
Un libro che si rivolge a un vasto pubblico di amanti della poesia, che non vuol essere una sterile opera accademica, ma che si propone come vero e proprio “pellegrinaggio spirituale” attraverso l’esistenza d’uno dei più grandi poeti del Novecento, ricostruendone gli anni di formazione, le stagioni creative decisive, i viaggi, la solitudine e i legami sentimentali e artistici che accompagnarono la nascita delle “Elegie duinesi” e dei “Sonetti a Orfeo”.
Nel suo libro, Marilena Garis, autrice anche di “Rilke per bambini (e per genitori curiosi). Vita e poesia” (Prometeica, 2024), accompagna il lettore in un viaggio biografico sulle tracce dei luoghi rilkiani per antonomasia: Praga, Parigi, Duino, Muzot, per restituirci non solo date e documenti, ma l’atmosfera, gli incontri, i momenti decisivi della vita di quest’uomo che fu, come scrive lei stessa, «un personaggio magico». Il ritratto di un uomo visionario i cui gesti stessi erano poesia.
Il libro si muove dunque seguendo il filo della vita, degli incontri, dei luoghi, delle relazioni umane che hanno permesso a Rilke di diventare il poeta che conosciamo. Come scrive l’autrice a chiusura del libro, il suo incontro col poeta avvenne per la prima volta da adolescente al liceo, per poi ritrovarlo nel 2013, nel giorno delle esequie della propria mamma, quando una amica le mise in borsa una busta gialla con alcuni versi delle “Elegie duinesi”. Così, scrive Marilena Garis: «Nel tessuto del dolore, il seme di Rilke penetrò nel profondo». Una biografia che propone ai lettori italiani le ultime scoperte sulla vita di un vagabondo, di un instancabile viaggiatore, il cui nome è legato a donne affascinanti come Lou Andreas-Salomé, Eleonora Duse o Baladine Klossowska.
L’autrice analizza il rapporto complesso che Rilke ebbe con la madre che gli aveva dato il nome femminile René e che usava vestirlo con abiti da bambina, il legame col padre “assente” che lo volle militare, la sua fascinazione per le ragazze e la sua liaison con Lou Andreas– Salomé, il matrimonio con la scultrice Clara Westhoff e il rapporto aleatorio con l’unica figlia Ruth.
Un Rilke ipocondriaco, terrorizzato dalle esibizioni in pubblico, che visse grazie a una schiera di mecenati che ne finanziavano le spese proprie e familiari. Tra i tanti spiccano i suoi editori, Anton e Katharina Kippenberg, e la principessa Marie von Thurn und Taxis zu Hohenlohe che l’ospitò nel castello di Lautschin in Boemia, nel Palazzo Valmarana (ora Fondazione Cini) in Campo San Vio a Venezia e soprattutto nel Castello di Duino. Lì Rilke scrisse le prime due “Elegie duinesi” e parte della terza, della sesta, della nona e della decima.
Il ciclo poetico, iniziato il 21 gennaio del 1912, in un giorno di bora sulle falesie che guardano il Golfo di Trieste, venne concluso solo 10 anni dopo nel febbraio del 1922 nel Castello di Muzot, dove è sepolto sotto una lapide su cui sono incisi i suoi ultimi versi: Rosa, contraddizione pura. Voglia / d’essere il sonno di nessuno sotto sì tante / palpebre. —
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