Roberta Bruzzone a AlienAzioni per l’incontro su violenza e follia

GORIZIA. «Sono vent’anni che mi occupo di delitti e la stragrande maggioranza dei casi che ho trattato sono stati risolti: sì, c’è stato tanto lavoro, ma ci sono stati anche ottimi risultati». A parlare è Roberta Bruzzone, la criminologa più nota d’Italia, che sarà a Gorizia stasera, al Kinemax, ospite del festival AlienAzioni. Dalle 20.45, Bruzzone assisterà a uno spettacolo presentato dal teatro Prisma di Bari: “Le due vergini”; poi lo commenterà e sarà la protagonista di un incontro dal titolo “La follia e la violenza”. L’ingresso ha un costo di 2 euro e i biglietti si possono acquistare la sera stessa al Kinemax.
«Se ho creato un’associazione che si chiama “A pista fredda” è proprio perché ho sempre nutrito interesse anche per quei casi che sono rimasti insoluti - afferma la criminologa -. Tra questi, ne segnalo due, che suscitano ancora oggi spunti di riflessione: il delitto di Simonetta Cesaroni (“il delitto di via Poma”) e quello di Nada Cella (“il delitto di Chiavari”). Li segnalo perché credo si trattasse di due vicende giudiziarie con opportunità molto concrete di risoluzione, ma in entrambi i casi si è finito per pagare il prezzo di una strategia investigativa non all’altezza della situazione: ciò ha finito per determinare la mancata soluzione e, per quanto riguarda via Poma, si è anche rischiato di condannare un innocente».
In ogni caso, né ai tempi di via Poma (era l’agosto 1990, i mondiali di calcio in Italia erano finiti da un mese), né ai tempi di quello di Chiavari ( maggio del ’96), si parlava in tv, abitualmente, di criminologia. «Il mio interesse per la criminologia intesa come disciplina scientifica si è sviluppato a partire dalla scuola superiore, ma l’interesse per la ricerca, l’investigazione, la curiosità che spinge a verificare le situazioni credo che sia nata con me. Quindi, non ho fatto altro che assecondare delle qualità, delle predisposizioni abbastanza naturali, che fanno parte del mio corredo genetico. Con queste basi ho costruito la mia professione. Sì, ho trasformato la mia grande passione nel mio lavoro». Certo, a contribuire alla notorietà di Roberta Bruzzone un aspetto fisico da ribalta televisiva. Sulla sua vita privata, però, non c’è mistero: «Sono sposata da due anni con un funzionario di polizia, un vicequestore aggiunto. Ha lavorato due anni in Afghanistan come esperto della sicurezza e ora si occupa di formazione». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo