“Sangue sparso”, gli anni ’70 visti da destra
ROMA. Nel segno di una giustizia storica postuma, arriva un film che racconta la storia degli anni di piombo «vista da destra». Ovvero la ricostruzione di fatti che dimostrano che in quei bollenti anni '70 e '80 le vittime ci furono dall'una e dall'altra parte.
A mettere mano a questa impresa coraggiosa è Emma Moriconi, classe 1971, con il film Sangue sparso, in sala dal 12 giugno distribuito da Flavia Entertainment e dedicato ai fatti di Acca Larentia. E Francesco Storace, in un'editoriale sul Giornale d'Italia online, non manca di sollevare il caso. Il “sangue” evocato nel titolo, scrive Storace, che martedì sarà a Roma alla presentazione del film, è «sparso sulle strade. Sparso nella memoria di un popolo. Ma anche sangue dimenticato da una cultura erede di un messaggio devastante, per cui - si gridava nelle piazze - “uccidere un fascista non è reato”. Ho vissuto quegli anni e mai avrei immaginato che ci sarebbe stata la possibilità di tradurli in un'opera riconosciuta di interesse culturale persino dal ministero competente (all'epoca del governo Monti, incredibile)». Questa la vicenda. Siamo a Roma, il 7 gennaio 1978. Nel quartiere Tuscolano - ricorda la sinossi del film, opera prima della Moriconi - cinque ragazzi si trovano fuori da una sezione missina per andare a svolgere servizio di volantinaggio. Ma all'improvviso tutto cambia e inizia una delle storie più fosche e travagliate d'Italia. Alcuni uomini armati si scagliano contro i giovani militanti di destra, aprendo il fuoco su di loro e uccidendone due: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. La stessa sera un'altra vittima, Stefano Recchioni.
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