Scott Hamilton e i Licaones primi nomi per Muggia Jazz

gli ospiti
Il sassofonista americano Scott Hamilton, i Licaones, la Ragtime Jazz Band e la The 1000 Streets’ Orchestra con Les Babettes e guest star Daniela Pobega. Nomi di peso per il Muggia Jazz Festival 2018 in programma l’1 e 2 settembre alle 21 a ingresso libero in piazza Marconi (o in caso di maltempo, al teatro Verdi) con il patrocinio del Comune. «Il festival, alla 12° edizione - dice il direttore artistico Stefano Franco - è più che consolidato e atteso dal pubblico, anche di Slovenia e Croazia vista la qualità degli ospiti e il fatto che gli headliners arrivino in esclusiva. Hamilton rappresenta la scuola più classica e raffinata del sassofono jazz tenore e si esibirà con il quartetto di uno dei più quotati pianisti italiani della scuola di Oscar Peterson, Massimo Faraò. I Licaones di Mauro Ottolini, eclettico personaggio noto soprattutto come caposcuola del trombone a coulisse in Italia e del pluripremiato sassofonista friulano Francesco Bearzatti sono interpreti di un genere detto Boogaloo, con incursioni nell’acid jazz, e ritornano dopo molti anni con un nuovo progetto».
«Ospiti triestini, ma molto appezzati anche fuori dal contesto locale - prosegue Franco - saranno la band di Gino Cancelli, formazione classica di Dixieland e, nel solco della tradizione del festival indicata dal fondatore Dario Samer a cui l’edizione è dedicata, ci sarà un’esibizione di una big band assieme a Les Babettes e la partecipazione dell’apprezzata perfomer muggesana di musical Daniela Pobega».
Insignito del premio "Ronnie" per il sassofonista jazz dell'anno nel 2007, Hamilton è nato nel '54 a Providence. Trasferitosi a New York, entra nella band di Benny Goodman con cui lavora fino all'inizio degli anni '80. Ha inciso con Dave McKenna, Woody Herman, Tony Bennett e Gerry Mulligan. Faraò, classe '65, nel '93 è invitato negli Usa a suonare con Red Holloway e Albert "Tootie" Heath. Dal 2001 fa parte del quartetto di Archie Shepp "Just in Time" con Bobby Durham. Più di dieci anni dopo i Licaones ripropongono “Licca-Lecca” oscillando tra blues, funky, atmosfere acide hammondiane, richiami latini. —
G.T.
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