Sharon Pivetta dal web alla carta, un romanzo tutto da “fangirlare”

«Mi abbraccio da sola, sembro una bimba infreddolita o il cagnolino della carica dei 101». «So di fragola e vaniglia, mi sento una coppetta gelato o un pasticcino». Torna implacabile a colpire travolgendo il lettore con un mare di melassa Sharon Pivetta, scrittrice pordenonese classe '97 emersa dal web alla carta grazie a Wattpad, la piattaforma online che unisce una comunità multilingue di scrittori e lettori. “Tutta d'un fiato”, la fanfiction sugli italici idoli musicali delle ragazzine Benji & Fede, ha raggiunto così tanti lettori da lanciarla nella sua prima avventura editoriale, pubblicata addirittura in due libri distinti. Avventura che oggi Rizzoli bissa con questo nuovo “Due ore di te” (pagg. 308, euro 15,90), da pochi giorni in libreria.
Si ripromette di «continuare a far sognare le persone» - persone minori di anni 13 ci permettiamo di aggiungere - come dichiara la stessa 21enne autrice nei ringraziamenti, e lo fa con una storia d'amicizia e amore che più esile non si può, che solo il carattere “instant” del libro salva dall'impressione di vuoto che suscita. E dire che in prima battuta la protagonista prometteva bene: Alice ha la giusta grinta dei suoi 19 anni, è impostata a realizzarsi in un lavoro che la appaghi e a farsi apprezzare e rispettare dalla cerchia di familiari e amici. Chiara e Diego in primis: con loro il rapporto è viscerale, tanto che se non sente telefonicamente la compare per meno di cinque minuti si ritrova «devastata». Ali è alle prese con i piccoli casini esistenziali dell'età: l'insicurezza, la paura di non essere accettata, la ricerca di una strada da percorrere. Pivetta però la cala un contesto che definire irrelistico è poco: appena diplomata trova in men che non si dica due impieghi, il primo in una libreria, il secondo naturalmente in un negozio di dischi, con i datori di lavoro talmente folgorati dallo spirito di abnegazione dimostrato da farle firmare subito contratti di anni.
Tra descrizioni dettagliate allo sfinimento, emozioni elementari, lessico che, tra un “fangirlare” e “shippare”, inanella diverse perle contemporanee, colpisce questo scollamento dal reale, una finta autoironia che è invece affermazione compiaciuta di sé e lo scivolare via, liquidandolo in due righe, appena viene solo sfiorato un tema che potrebbe aprire a un approfondimento. L'aspetto che più mette al tappeto però, lungo quella che è una storia di formazione di una giovane donna, è l'afflato reazionario, che mai ci si aspetterebbe da un'autrice nata alle soglie del nuovo millennio.
Federica Gregori
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