Sigmund Freud non amava i felini. Peccato per lui e per le sue teorie

Pubblichiamo l’inizio de “Il potere del miao” di Marina Mander per gentile concessione della casa editrice Mondadori. di MARINA MANDER Quante ore passo a guardarvi? Secondo le statistiche, la gente...
Di Marina Mander

Pubblichiamo l’inizio de “Il potere del miao” di Marina Mander per gentile concessione della casa editrice Mondadori.

di MARINA MANDER

Quante ore passo a guardarvi?

Secondo le statistiche, la gente passa 24 anni della vita dormendo, 6 mangiando, 10 davanti alla TV. Per essere più precisi, ogni giorno gli italiani compresi tra i 14 e i 24 anni passano 150 minuti davanti allo schermo; dai 45 ai 54 anni, 250; oltre i 64 anni, 340.

Io passo ore a guardare l’infinito film della vostra vita, siete la mia televisione in mondovisione, il mio programma preferito, i miei cult movie, la mia grande bellezza, lo splendore dei 70 millimetri in circa 70 centimetri, misurandovi a spanne da capo a coda.

Da anni non accendo più la vecchia tv che mi è stata prestata da chissà chi perché non ho mai comprato il decoder.

Osservo voi due e decodifico tante cose: siete il mio intrattenimento, la mia educazione, il tempo che fa, le notizie dal ministero degli Interni, le breaking news dal mistero dell’interiorità.

Se non suonasse offensivo alle orecchie di due gatti, direi che siete anche la Treccani delle emozioni perché sapete trasformare i dilemmi in lemmi, le indecisioni in definizioni: se non sai cosa pensare di una persona, chiedilo al tuo gatto, se non sai cosa pensare di te stesso, fai lo stesso.

Le teorie psicanalitiche incentrate sulla figura dell’analista-specchio sono tramontate ormai da tempo a favore di una relazione più interattiva. L’analista ha smesso di stare dietro al divano, il gatto non ha mai smesso di stare sul divano. Per forza. Freud era un amante dei cani, aveva un chow chow di nome Jofi. Diffidava dei gatti, che identificava con l’universo femminile imputando ai piccoli felini una tendenza al narcisismo. In realtà, è solo frutto di un’osservazione superficiale e di preconcetti che molti tuttora condividono con il padre della psicanalisi.

I gatti hanno una concezione molto evoluta dell’amore: tra signoria di se stessi e narcisismo c’è una certa differenza.

Se Sigmund avesse avuto un gatto, la psicanalisi avrebbe preso sin dall’inizio un’altra piega. Come dire, si sarebbe evoluta più in fretta, soprattutto rispetto alla questione del contro-transfert.

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