Sotterraneo aperto sulla realtà aumentata
La compagnia teatrale toscana è in residenza fino a domenica a Villa Manin di Passariano

PASSARIANO. L’estate della rassegna Dialoghi continua con la sedicesima Residenza a Villa Manin di Passariano. Dopo la performance “Think much. Cry much” dell’artista libanese Rima Najdi, che ha creato per settanta spettatori un’azione artistica nello spazio antistante alla Villa che poneva interrogativi diretti sulla nostra posizione etica nei confronti delle migrazioni e dei popoli profughi, della condizione di illegalità dei corpi che attraversano i confini e sulla responsabilità individuale, ora è tempo di Sotterraneo.
La compagnia teatrale toscana sviluppa durante la sua residenza artistica nella Villa di Passariano – fino a domenica - “Overload”, un progetto che accoglie la sfida di riprodurre a teatro i meccanismi dell'Infosfera, ovvero la globalità dello spazio dell’informazione, della realtà aumentata e delle loro “controindicazioni” nel presente.
Inserita ne calendario di Villa Manin Estate, oggi alle 19 lo Spazio Residenze apre le porte al pubblico per la restituzione della ricerca performativa finora svolta per Overload. La Residenza aperta è per un numero limitato di 50 spettatori e la prenotazione è consigliata (scrivere a residenzevillamanin@cssudine.it o chiamare t.0432 504765).
L'attualizzazione di questi aspetti, sviluppati nel mondo contemporaneo, è la sfida della ricerca della compagnia, realizzata nel corso della residenza friulana per il progetto ideato e curato da CSS di Udine e l’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale con il contributo del ministero dei Beni e delle attività e del turismo e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Nel tentativo di creare un ipertesto dal vivo, Sotterraneo - che a Villa Manin di Passariano ha portato i performer Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini e Daniele Villa, autore della compagnia - articola una drammaturgia basata sulla distrazione di massa continua, dove ogni cosa si interrompe per passare a qualcos’altro, riproducendo quel senso di confusione che caratterizza ormai la quotidianità occidentale sovraccarica di stimoli, con il rischio della riduzione della soglia d’attenzione e di continue associazioni fra cose distanti in una rincorsa quasi tossica ai contenuti.
Overload attua nel teatro le logiche della realtà aumentata accessibile coi computer, proponendosi come un tentativo di intrattenimento bulimico e schizofrenico, con lo scopo di interrogare il senso delle accelerazioni prodotte dalle nuove tecnologie.
Un primo studio del progetto è stato presentato al Be Festival di Birmingham, in Inghilterra, dove è risultato vincitore del Best of Be Festival 2016.
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