Storia d’amore fra Henry James e Constance F. Cooper più due uova narrative
Tristemente nota per essere morta suicida nel 1894, dopo essersi buttata dalla finestra del suo appartamento a Venezia sul Canal Grande, Constance Fenimore Woolson (pronipote di James Fenimore Cooper,...

Tristemente nota per essere morta suicida nel 1894, dopo essersi buttata dalla finestra del suo appartamento a Venezia sul Canal Grande, Constance Fenimore Woolson (pronipote di James Fenimore Cooper, autore de L’Ultimo dei Mohicani) fu autrice di numerosi racconti, poesie e appunti di viaggio, perlopiù opere ispirate da situazioni e luoghi vissuti, come i grandi laghi del Michigan e il sud degli Stati Uniti. Ma anche, e soprattutto, dall’Europa, dove Constance visse sin dal 1879, alle soglie dei quarant’anni. E proprio nell’aprile del 1880, mentre si trovava a Firenze, scoprì che nella città toscana soggiornava in quel momento anche il suo idolo letterario: lo scrittore Henry James. Il quale James allora aveva 37 anni e aveva già pubblicato diversi romanzi, tra cui Daisy Miller, che lo aveva portato al successo, e nei mesi in cui si trovava a Firenze stava cominciando a pubblicare a puntate sulla rivista The Atlantic Monthly il suo capolavoro più celebre, Ritratto di signora. Decisa a conoscerlo ad ogni costo, Constance gli scrisse molte volte chiedendogli con insistenza un incontro, e lui alla fine cedette, pur con riluttanza. A dispetto delle premesse presto fra i due si instaurò una solida e affettuosa amicizia, e forse qualcosa di più, almeno da parte di lei, rapporto di cui rimane traccia in un accorato epistolario. Ed è a partire da quelle lettere che lo scrittore
Valerio Aiolli
ripercorre come in una cronaca contemporanea la storia fra Henry e Constance, in un delicato racconto contenuto nel volumetto
“Il carteggio Bellosguardo - Henry James e Constance F. Woolson: frammenti di una storia” (Italosvevo, pagg. 76, euro 12,00)
pubblicato nella raffinata collana (a pagine intonse come una volta, munirsi di tagliacarte) “Piccola Biblioteca di letteratura inutile”. Ma di inutile non ha proprio niente questa storia di sentimenti e solitudini raccontata da Aiolli, tanto romantica quanto tragica .
Come non inutile, nella stessa collana dello stesso editore, è la raccolta di racconti
“E due uova molto sode” di Giovanni Nucci (pagg. 118, Euro 14,00)
, una serie di ritratti di intellettuali, poeti, scrittori - da Guido Alberti a Carlo Sperati, da Emilio Gualdi a Federico Fellini e tanti altri -, inseriti in divagazioni letterarie tutte declinate intorno all’uovo e alle sue tante metafore, “contenitore di se stesso” che però “non rivela ciò che contiene”. Una frittata, una stracciatella letteraria questa di Nucci, gustosa e nutriente, come la buona narrativa. E come le uova.
(p.spi.)
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