Teho Teardo: «A Bowie piaceva la mia musica»

Il compositore domani al Teatro Palamostre di Udine con l’attore Elio Germano per “Viaggio al termine della notte»
TEHO TEARDO e ELIO GERMANO
TEHO TEARDO e ELIO GERMANO

Teho Teardo, prima di tutto, è un grande sognatore. Un musicista che non smette mai di immaginare nuovi dischi, di sperimentare idee per il cinema, progetti originali. E dal momento che la sua fantasia è sempre in viaggio, gli risulta difficile fermarsi a lungo nello stesso posto. Giovedì era in concerto a Zagabria, ieri si era spostato a Milano, oggi suonerà a Padova e domani sarà in scena a Udine

Al Teatro Palamostre, per la prima volta ospite della stagione di Teatro Contatto organizzata dal Css, Teardo porta un progetto che condivide con l’attore Elio Germano. Una lettura scenica, che diventa partitura musicale, ispirata a uno dei capolavori del ’900 letterario: “Viaggio al termine della notte” di Louis Ferdinand Céline. Accanto a loro, in Sala Pasolini alle 21, ci sarà un trio d’archi composto da Laura Bisceglia al violoncello, Ambra Chiara Michelangeli alla viola e Elena De Stabile al violino.

Quando parlava del suo “Viaggio”, Céline era convinto di aver creato un libro capace di raccontare la vita con un impasto di parole concreto e aderente alla realtà, ma anche pieno di inventiva. “La lingua, nient’altro che la lingua. Il resto non conta», ripeteva senza stancarsi.

«Il “Viaggio”, è uno dei libri che ha segnato la mia vita - spiega Teho Teardo - L’ho letto e riletto più volte. E devo dire che ho trovato in Elio Germano un compagno d’avventura totalmente in sintonia con me».

Dove vi siete incontrati?

«Sul set del film “Il passato è una terra straniera” di Daniele Vicari, tratto dal romanzo di Gianrico Carofiglio. Io ho scritto la colonna sonora, lui era il protagonista. Ci siamo capiti subito. La nostra è amicizia, ma anche condivisione di idee».

Che cosa le piace di Elio Germano?

«La sua coerenza assoluta e la grande sintonia con la musica. Che non è facile trovare soprattuto in chi fa cinema».

Siete partiti subito con il piede giusto?

«Prima abbiamo parlato del progetto, forse un po’ in sordina. Poi lo abbiamo messo a fuoco con più convinzione. Il risultato? Siamo in giro con questo spettacolo da sette anni».

Ha stupito voi stessi?

«Non pensavamo durasse così tanto. Ce lo chiedono ancora in tanti. E noi andiamo avanti. Forse il segreto è che la musica prende forza dalle parole, e viceversa».

Come funziona il vostro “Viaggio”?

«È una lettura scenica in forma di concerto. In questi anni l’abbiamo cambiata molto, mantenendola sempre viva».

Blixa Bargeld, un altro compagno di viaggio...

«Con il secondo disco siamo andati in tour dappertutto. Dalla Cina al Giappone, in Europa, in Medio Oriente. Non suoniamo musica commerciale, eppure riempiamo i teatri».

Ha collaborato con Enda Walsh, autore di “Lazarus” con David Bowie...

«Da anni lavoro con Enda. Lui, tra l’altro, ha scritto la sceneggiatura per lo splendido “Hunger” di Steve McQueen. Proprio Walsh ha fatto ascoltare a Bowie un po’ della mia musica. E il Duca Bianco ha detto: “È una figata”. Poteva iniziare una bella collaborazione, poi purtroppo è morto. Lui, Lou Reed e Prince sono stati per me tre maestri».

Sta lavorando a nuovi progetti?

«Alla colonna sonora per un film all’estero, ma non posso dire niente. E poi a un nuovo disco. Ci penso anche mentre mi occupo di altro».

Che musica ascolta?

«Mi piace molto “Devotional songs” di Shackleton, “Wonderland” di Demdike Stare. E ci metto anche “Screen test” di Lou Reed con Andy Warhol».

Tra un po’ sarà a Trieste?

«Sì, terrò un workshop dedicato alle colonne sonore alla casa della Musica il 15 e 16 marzo».

alemezlo

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