Tempo di libri a Milano con Chiara Valerio

Fiera dell’editoria italiana dal 19 al 23 aprile
Di Federica Manzon

di FEDERICA MANZON

Fiera dell'editoria italiana a Milano, Salone del libro a Torino. Con questa differenza nei nomi, e dopo mesi di polemiche, è stata annunciata ieri a Palazzo Reale la nascita del nuovo progetto voluto in primo luogo da Fiera Milano e Associazione Italiana Editori. Si chiamerà Tempo di Libri con un accento quindi sul tempo, bene prezioso ma anche elemento centrale di ogni costruzione narrativa e visione critica. Si svolgerà dal 19 al 23 aprile 2017, chiudendosi così nella Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore. «Sarebbe bello imitare l'usanza spagnola per questa domenica di festa - si augura il sindaco Giuseppe Sala. Per San Jordi il rito vuole che gli uomini regalino una rosa alle donne e le donne ricambino con un libro». Il mormorio tra il pubblico fa capire che in Italia le donne però ci terrebbero a ricevere un libro, e naturalmente anche la rosa.

Perché Milano? Cosa non funzionava nel Salone di Torino? «Milano è la capitale dell'industria editoriale" ricorda il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni. "Non si tratta di creare una fiera in contrapposizione a Torino, ma di dare vita a due realtà che potranno benissimo lavorare insieme. Anzi, Torino ne trarrà grande vantaggio».

In cosa si differenzia la Fiera dell'editoria dal Salone del Libro? È presto per dirlo, poiché nulla è stato svelato sul progetto vero e proprio. Ci sono però le parole chiave, la Fiera milanese sarà: aperta, dinamica, interattiva, plurale. «Milano cerca di fare Milano», ha dichiarato ancora il sindaco Sala, intendendo che la città porterà alla fiera il suo contributo di efficienza ma anche accoglienza e internazionalismo.

Qual è l'obiettivo? «Intendiamo cambiare le dinamiche della lettura in un paese che legge troppo poco - spiega Federico Motta, presidente dell'Associazione Editori -. La fiera entrerà a far parte dell'Aldus, la rete che unisce le fiere del libro europee, e agirà nel nome della massima libertà e indipendenza culturale. Questa è una delle ragioni per cui non intendiamo avvalerci di contributi pubblici». E aggiunge: Tempo di libri non rimarrà un evento chiuso a Milano ma riguarderà l'intera nazione, per questo dal 2018 si farà promotore di una serie di attività anche nel Sud Italia dove ci sono poche risorse e la situazione per i librai e i bibliotecari è molto difficile».

Alcuni dettagli in più arrivano da Renata Gorgani, presidente de La Fabbrica del Libro, la nuova società incaricata dell'organizzazione della manifestazione: «La fiera sarà un grande contenitore di tutto, abbiamo molte idee». Quali? «Far conoscere i libri con le loro storie, i sogni e le emozioni a un ampio numero di lettori. Raccontare il libro» Come si intenderà portare avanti questo meritevole progetto? Per ora non ci sono indicazioni di contenuti ma ci sono i nomi dei responsabili. A Pierdomenico Baccalario, importante autore di narrativa per ragazzi che ha pubblicato tra gli altri la saga di Ulysses Moore (Piemme) e ha rivisitato diversi classici per la casa editrice triestina EL, viene affidata la parte 0-18, per bambini e ragazzi. A Giovanni Peresson, responsabile dell'Ufficio Studi dell'Aie, va la cura della sezione professionale. Mentre Chiara Valerio, autrice e collaboratrice di molti programmi culturali, si occuperà dell'organizzazione del programma generale. Assieme a loro lavorerà un comitato scientifico composto da editori ed esponenti delle associazioni librerie e bibliotecarie.

Su cosa lavoreranno? Per ora la parola d'ordine è interattività. «Vogliamo che il pubblico possa partecipare attivamente, non solo agli eventi in fiera ma anche la sera a tutte le iniziative che si terranno in città - spiega ancora Renata Gorgani -. Vogliamo vedere seduti in prima fila blogger, aggiornatori di pagine Wikipedia, chi nel mondo virtuale si occupano di far circolare i libri e la cultura».

Il paragone con l'importante fiera del design è d'obbligo e trova posto nelle parole dell'amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni: «Chi ha qualcosa di nuovo da proporre lo deve fare qui, nell'amplificatore creativo della fiera». Un'ottima intenzione. Ma una differenza salta all'occhio: la fiera del design ha come suo centro i creativi più all'avanguardia, coloro che fanno nascere le invenzioni migliori del design, e da lì si parte per andare verso il pubblico che accorre numeroso per vedere queste eccellenze. Al lancio di Tempo di libri c'è invece un grande assente: l'autore. In una fiera che vuole al suo centro il libro, non è stata pronunciata parola su colui che è all'origine del gesto creativo.

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