Tinto Brass: «Sogno un film con la Boschi»
ROMA. Anche i gusti di un maestro dell'erotismo come Tinto Brass cambiano. Se un sogno nel cassetto di qualche anno fa era quello di fare un film con la ministra Mariastella Gelmini ora, dice, «mi piacerebbe tanto lavorare con Maria Elena Boschi». Questa l'opinione del regista veneziano che ha presentato ieri a Roma una mostra a lui dedicata, “Uno sguardo libero”, nel Complesso del Vittoriano. Una sorta di riconoscimento-risarcimento istituzionale per un artista sempre alla prese con la censura e con i tribunali. «Sono soddisfatto - dice Brass su sedia a rotelle ma lucidissimo - che finalmente venga portato a conoscenza di un pubblico vasto la mia attività di regista di cinema. Questa mostra fa vedere il mio modo di vedere la realtà in tutte le sue manifestazioni». Un destino difficile per l’autore de “La chiave”: «Ho passato quasi più tempo nei tribunali che dietro la macchina da presa - ricorda Tinto - ventisei film su ventisette censurati, tutti tranne La Vacanza del 1971, premio della giuria al Lido». Certo, aggiunge: «Avrei avuto un destino diverso se non fossi nato in Italia con il Vaticano, non a caso molti film li ho girati a Londra dove c'era un ambiente più corrispondente alle mie esigenze». Film nel cassetto? «Ziva, l'isola che non c'è, la storia di una donna durante la seconda guerra mondiale che non sono mai riuscito a fare». Quello più ostacolato? «L'urlo che è stato bloccato dalla censura per sette anni (dal 1968 al 1974)». In mostra al Vittoriano inediti, sceneggiature, bozzetti di scenografie, costumi, manifesti, foto di scena (di Gianfranco Salis, soprattutto) e filmati.
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