Torna a nuova vita il malridotto “Piccolo” degli anni 1904 e 1905

di ALBERTO ROCHIRA “Il Piccolo” fonte inesauribile di dati e curiosità inedite di grande interesse non solo per gli specialisti, come storici e antropologi, ma anche per chiunque aspiri a conoscere...
Di Alberto Rochira

di ALBERTO ROCHIRA

“Il Piccolo” fonte inesauribile di dati e curiosità inedite di grande interesse non solo per gli specialisti, come storici e antropologi, ma anche per chiunque aspiri a conoscere vicende e aspetti meno noti del passato della città e del suo territorio. Così Rita Auriemma, direttore Servizio Catalogazione, formazione e ricerca dell’Erpac (Ente Regionale Patrimonio Culturale), attualmente a Villa Manin, al termine di un consistente e articolato lavoro di restauro di due annate del nostro quotidiano, quelle del 1904 e del 1905, conservate nella Biblioteca Attilio Hortis di Trieste. «Due raccolte molto danneggiate a causa delle frequenti consultazioni», spiega. Incaricato dal Comune di Trieste del restauro, l’Erpac ha affidato tramite bando l’operazione a una professionista del settore, Gloria Bonanno, siciliana di Messina formatasi a Roma all’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario.

Già impegnata nel 'recupero' di annate storiche di altri giornali, come il quotidiano della sua città, Messina, Gloria Bonanno si è appassionata alla conservazione dei beni cartacei e archivistici sin dagli anni del liceo. Delle due annate, per un totale di duemila pagine, si è occupata per quattro mesi. «Dedicarmi al Piccolo – esordisce – è stata per me uno straordinario viaggio d’esplorazione ‘randagia’ di un intero mondo che si è offerto alla mia scoperta». Primo quotidiano, per importanza, dell’Impero asburgico in lingua italiana, “Il Piccolo” delle annate 1904 e 1905 – restituite da Bonanno a nuova vita attraverso le operazioni tecniche di «depolveratura e risarcimento delle carte» - è ricco di scorci sulla vita della città in quell’epoca, con il «riaffacciarsi alla storia di luoghi scomparsi e parole cadute in disuso». «Lo spirito ‘asburgico’ emerge comunque – spiega Bonanno - , nel rigore applicato al racconto dei fatti». Tra le tantissime curiosità, «gli annunci pubblicitari che – fa sapere la professionista -, danno conto di una città dove le attività economiche e commerciali avevano un respiro internazionale». L’avviso della Farmacia Serravallo, ad esempio, che vendeva all’epoca “Vino di China” e la “Catramina Bertelli”, medicamenti dalle proprietà “miracolose”. E, ancora, la pubblicità della Latteria “Trifolium”, allora negli spazi dell'antico Caffè Corso. Imperdibili le suggestioni regalate dagli annunci promozionali di “Anna Csillag”, capace di esportare in tutto il mondo da Vienna e dal suo deposito triestino “un unguento davvero prodigioso – racconta Bonanno -, che prometteva un aumento della lunghezza dei capelli fino a due metri in un solo anno”. Oppure “la fabbrica di pasta sopraffina per le Americhe” del siciliano Placido Lucà. Le due annate sono ora facilmente consultabili, pagina per pagina, riposte all’interno di due contenitori realizzati dalla restauratrice per la comodità di studenti, studiosi, ma anche del pubblico più vasto. «Si è trattato di un intervento molto importante – commenta Auriemma -, che è stato un segnale forte della progettualità della nostra Scuola regionale di conservazione e restauro dei beni culturali, che aprirà a Gorizia, nella sede di Palazzo Alvarez, nell’anno accademico 2018-2019. Una volta avviato il centro di formazione, tra i pochi in Italia ad offrire la specializzazione in restauro di beni cartacei, pergamenacei, fotografici e digitali – continua –, ci avvarremo di altri professionisti per i corsi e i laboratori, che allestiremo e doteremo delle necessarie attrezzature. C'è anche l'auspicio di poter proseguire il recupero delle annate del Piccolo e di altri quotidiani».

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