Trieste ricorda Josef Ressel l’inventore che 190 anni fa mise in moto la prima elica

Sulla sua opera un convegno al Museo Revoltella il 9 ottobre e la proposta di dedicargli una statua sulle Rive



Il piroscafo Civetta navigò solo per poche centinaia di metri nel golfo di Trieste, quella mattina d’agosto del 1829, prima di fermarsi per un guasto al motore. Ma la prova era stata comunque un successo. Per la prima volta a spingere l’imbarcazione era stata la forza dell’elica. Il nuovo sistema propulsivo era stato ideato da un eclettico inventore boemo, di professione ispettore forestale. Josef Ressel aveva dimostrato che quella specie di vite di Archimede funzionava benissimo per muovere le navi.

A 190 anni da quel giorno la figura Ressel verrà ricordata in un convegno, che si terrà il prossimo 9 ottobre (ricorrenza della morte, avvenuta nel 1857 a Lubiana) all’auditorium del museo Revoltella, nell’ambito delle manifestazioni a corollario della Barcolana. Ne è promotore il Comitato Ressel, coordinato dall’architetto Roberto Barocchi, che si batte affinché la città lo onori come merita decidendosi finalmente ad erigere sulle Rive una statua in suo onore. Perché, strano a dirsi, ma quella Trieste che nel 1821 accolse il giovane Ressel (era nato nel 1793 a Chrudim nell’attuale Repubblica ceca), ebbe sempre un atteggiamento ambivalente nei suoi confronti, omaggiato dalla gente ma negletto dalle amministrazioni. Basti pensare che alla sua morte un comitato di cittadini fece realizzare a proprie spese una statua in bronzo, ma l’amministrazione comunale la rifiutò, e la statua si trova ora davanti al Politecnico di Vienna. E anche la toponomastica cittadina lo ha relegato in disparte. La via a lui dedicata è un breve tratto di pochi numeri civici nel rione di San Vito e sulla targa si legge Giuseppe e non Josef. E non va meglio a San Dorligo, dove l’inventore dell’elica ha una via a lui intitolata nella zona industriale, ma anche qui il nome di battesimo è riportato, Josip, è sbagliato.

Anche uscendo dai confini cittadini, quand’era in vita Ressel non ebbe miglior sorte. I tentativi compiuti personalmente di farsi riconoscere come primo inventore dell’elica andarono perduti insieme ai documenti che tentò di far pervenire a Londra, sede dell’ammiragliato inglese che aveva promesso un sostanzioso premio a chi avesse provato il maggior diritto nell’invenzione. Solo dopo la sua morte i meriti di Ressel in campo navale cominciarono a essere riconosciuti, tanto che lo stato austriaco mise la sua effigie e il disegno del “Civetta” su una banconota di 500 scellini.

Ma sarebbe riduttivo pensare a Ressel solo come all’inventore dell’elica. Oltre ad aver brevettato i cuscinetti a sfera senza oliatura, una pressa per la produzione di vino e olio, un laminatoio, una macchina a vapore con raffreddamento ad aria, un metodo per la produzione di sapone e la posta pneumatica, fu in particolare un innovatore della pianificazione agricolo-forestale. Fu lui a gettare le basi per la rinascita del territorio carsico, redigendo nel 1842 il piano di rimboschimento dei terreni comunali dell’Istria e un piano di rimboschimento del Carso triestino e goriziano. Se lo scopo principale dei suoi piani era di produrre legname per le navi della marina asburgica, propose anche di consentire agli agricoltori di piantare alberi da frutto nelle doline e nei terreni più protetti, in modo da aumentare il reddito di una popolazione economicamente depressa. E non va dimenticato che fu attento anche agli effetti che il rimboschimento avrebbe avuto sul clima, convinto che la riforestazione dei terreni avrebbe avuto un’influenza positiva sui valori dell’umidità atmosferica.

La sua fu insomma un’attività altamente meritoria, che ha trovato nel 1993, in occasione del bicentenario della nascita, una ampia eco in un convegno e in una mostra promosse da un comitato presieduto da Enrico Mazzoli. In quell’occasione il laboratorio dell’istituto nautico realizzò due eliche sulla base dei disegni di Ressel e il dipartimento di ingegneria navale dell’Università rifece la carena del Civetta.

Ora i 190 dalla prima prova in mare dell’elica sono l’occasione per rilanciare la memoria di Ressel, intitolandogli il Museo del mare, come chiede l’attuale comitato, ed erigendo quella statua in bronzo che era stata rifiutata alla sua morte. –



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