“Trieste, Yugoslavia”, in un dvd l’epopea dei jeansinari
Il documentario “Trieste, Yugoslavia. Quando Ponterosso era il più grande centro commerciale dei Balcani" verrà venduto domani col Piccolo a 8,80 euro più il prezzo del quotidiano. Firmato da Alessio...

Il documentario “Trieste, Yugoslavia. Quando Ponterosso era il più grande centro commerciale dei Balcani" verrà venduto domani col Piccolo a 8,80 euro più il prezzo del quotidiano. Firmato da Alessio Bozzer, prodotto da Videoest, in coproduzione con Missart (Zagabria) e Al Jazeera Balkans (Sarajevo), con la collaborazione di Rai Cinema e HRT Croazia, il documentario è stato realizzato con il contributo del Fondo Audiovisivo Fvg e della Film Commission. Dalla metà degli anni ’60 la Piazza Ponterosso, nel centro di Trieste diventa per tutti gli abitanti dell’allora Jugoslavia, un mito, la meta prediletta per lo shopping. Durante gli anni ’70 e ’80 l’oggetto che simboleggia questo mito è il blue jeans. Immagini d’archivio di quegli anni mostrano una Piazza Ponterosso gremita di gente. Ogni sabato, il turismo d’acquisto jugoslavo invadeva la città, negozi e piazze, per comprare merci. L’oggetto più ambito erano i “cowboika”,i blue jeans. Nel 1978, anno miracoloso per la vendita dei jeans, i traffici registrati in entrata dagli ufficiali sul confine sono 2.258.043, con lasciapassare e 6.123.046 con passaporto. 8 milioni di capi jeans sono venduti annualmente, filtrano clandestinamente sotto gli occhi dei doganieri attraverso la cortina di ferro, nel più clamoroso esempio di contrabbando “consentito” d’Europa. La stima degli incassi delle bancarelle di piazza Libertà e Piazza Ponterosso è di 200 miliardi di lire annui, ma calcolando che molta merce veniva venduta “in nero” si possono ipotizzare incassi attorno ai 500 miliardi.
Nel film ci sono artisti (Željko Senečić), attori (Rade Šerbedžija), scrittori (Dragan Velikić, Slavenka Draculić), giornalisti (Denis Kuljiš, Claudio Ernè, Pierluigi Sabatti), antropologi, storici (Ivo Banac, Saša Mišić, Bojan Mitrović), musicisti (Goran Bregović), ma anche molti negozianti e semplici compratori del periodo che raccontano la loro esperienza, i loro viaggi in pullman, treno e macchina per raggiungere Trieste.
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