Un film girato al "Pedocin" proiettato a Cannes

Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan portano al Festival “L’ultima spiaggia” girato alla Lanterna. Laura Samani presenta la “La santa che dorme”
Una scena de “L’ultima spiaggia” che racconterà al Festival di Cannes il "Pedocin"
Una scena de “L’ultima spiaggia” che racconterà al Festival di Cannes il "Pedocin"

TRIESTE Se quest'anno a Cannes, in occasione della 69.a edizione del Festival di cinema più ambito, mancheranno nomi italiani in concorso, non ci si può certo lamentare della presenza più che significativa, addirittura lusinghiera, di triestini sulla Croisette.

"L'ultima spiaggia", il documentario interamente girato da Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan allo stabilimento balneare La Lanterna, meglio noto come Pedocin, sarà infatti a Cannes nelle Séances Spéciales (proiezioni speciali fuori concorso), ambasciatore, nell'esclusiva località della riviera francese, della quintessenza della triestinità popolare.

«Una tragicommedia sulla natura umana», lo definiscono i due registi (che proprio oggi andranno a salutare i frequentatori del popolare “bagno”), tra euforia e incredulità, poco dopo l'annuncio del direttore del festival Thierry Fremaux.

Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan registi de “L’ultima spiaggia”
Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan registi de “L’ultima spiaggia”

Thanos Anastopoulos, giunto con "L'ultima spiaggia" al suo quarto lungometraggio, è nato in Grecia, ma vive da anni a Trieste "per amore". Qui ha formato una famiglia assieme alla compagna Nicoletta Romeo (programmer di Trieste Film Festival) e al figlio Petros, e nel 2013 si è messo a lavorare all'idea del film «colpito da questo luogo di mare che in qualche modo mi ricordava la mia infanzia».

«Quando ho saputo che anche Davide stava pensando di girare qualcosa lì - racconta - ci siamo messi a parlare dell'idea di farlo insieme». Del Degan, autore fino a oggi di diversi cortometraggi passati anche in ambito festivaliero, è triestino "doc" e quello stabilimento, l'ultimo in Italia a conservare la divisione tra uomini e donne con la presenza di un muro, lo ha frequentato fin da bambino.

Si sono sommati due sguardi, diversi ma uniti dal desiderio di osservare con rispetto e pazienza un luogo particolare, quasi sospeso nello spazio e nel tempo. «Questo posto - racconta Anastopoulos - ultimo baluardo di una tradizione austroungarica, ci ha fatto pensare all'idea di confine, di identità e anche di sessualità. Quando abbiamo cominciato ho avuto l'impressione di trovarmi davanti all'ultimo muro d'Europa. E invece, due anni dopo, si stanno alzando nuove barriere».

La giovane regista Laura Samani
La giovane regista Laura Samani

Nessuna intervista ai bagnanti, nessun intervento esterno: solo verità. Tutto ciò che accade davanti all'obiettivo è frutto di un'osservazione paziente e rigorosa, conquistata nel tempo assieme alla fiducia dei frequentatori del "bagno". «Dovevamo far dimenticare la nostra presenza -aggiunge Del Degan - per poter cogliere l'essenza di quella umanità».

«È così vero - conclude Nicoletta Romeo (in veste di produttrice per la Mansarda Production) - che essendo stato girato tutto in dialetto, sarà necessario proiettare il film con i sottotitoli ovunque, a parte in città».

Girato in 120 giornate nell'arco delle quattro stagioni (perché il Pedocin è aperto tutto l'anno), "L'ultima spiaggia" è coprodotto da Mansarda Production (Italia), Fantasia Ltd (Grecia) e Arizona Productions (Francia) con Rai Cinema e con il supporto del Fondo Audiovisivo Fvg per lo sviluppo e di Friuli Venezia Giulia Film Commission. Il presidente Federico Poillucci esprime la sua gioia per un progetto «in cui abbiamo creduto da subito. Prosegue l'onda di successo del cinema made in Fvg».

E infine, triestina è anche Laura Samani, giovane autrice del cortometraggio ambientato e girato nelle valli del Natisone "La santa che dorme", selezionato alla Cinéfondation tra 18 film in gara realizzati nell'ambito delle scuole di cinema. «Così felice - dichiara - che potrei ballare la Macarena. Speriamo solo di non dover attendere mille anni per debuttare nel "lungo", che sto già scrivendo. Si intitola "Piccolo corpo" ed è ambientato in Carnia».

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