Un Natale da brivido tra mostri e fantasmi con i maestri del terrore
La passione per gli scacchi può essere mortale. Un uomo decide di prendere in affitto una villa con giardino, tanto affascinante quanto bizzarra: è tutta bianca e nera e circondata da una serie di alberi potati proprio come i pezzi degli scacchi. Alfieri, torri, cavalli, re e regine riempiono il panorama di questa elegante casa della campagna inglese. Ma tra le stanze perfettamente ammobiliate sembra aggirarsi una presenza invisibile: l’uomo se ne rende conto quando le pedine di una scacchiera allestita nella sala davanti al camino iniziano misteriosamente a sfidarlo in una inquietante partita. È la trama di “Uno studio in bianco e nero” di Bridget Collins, uno degli otto racconti contenuti nel libro “Natale con i fantasmi” (Neri Pozza Editore, pp. 240, euro 18), storie macabre e sinistre tradotte da Simona Fefè. Finirà nel fuoco scoppietante la scacchiera e “Corone, torri scure e teste di cavallo si stagliano contro il bagliore oro rosso”, ma per lo sventurato protagonista i problemi sono appena all’inizio. Nel racconto “L’inquilina di casa Thwaite” di Imogen Hermes Gowar la vicenda si svolge nell’Ottocento: una donna, tradita dal marito, fugge di casa con il figlioletto e dopo un terribile viaggio in carrozza tra la pioggia battente e il pantano fangoso raggiunge la dimora che suo padre utilizza per ospitare le giovani amanti. La casa si presenta subito fredda e scostante per la povera donna. Mentre cerca di asciugarsi e far dormire il bambino, avverte dei rumori all’esterno della vecchia abitazione e poi assi del pavimento di legno che scricchiolano. La mattina dopo la sorpresa: “Una mano estranea aveva strizzato le mia calze fradicie, uno sconosciuto aveva capovolto le mutande di flanella che solo poco prima erano state a contatto con la mia pelle nuda!”. La presenza diventa sempre più insistente nei giorni seguenti: tonfi, passi, a volte vero e proprio trambusto, ma anche ombre che appaiono nel riflesso dello specchio e mani cadaveriche dietro i vetri. Quando poi il padre imporrà alla donna di far ritorno dal marito fedifrago, sarà proprio il fantasma a offrire alla infelice una insperata svolta.
“Sempreverdi di Natale” di Andrew Michael Hurley vede per protagonista un giovane molto devoto che riempie le sue giornate aiutando i bisognosi in un gruppo d’ascolto organizzato dalla parrocchia. È così che si ritrova a far visita a una famiglia che abita in una sorta di fattoria in mezzo al verde. Con sconcerto l’uomo scopre i padroni di casa appena deceduti per un incidente domestico mentre erano intenti a decorare con agrifogli e sempreverdi i saloni e i corridoi. È a quel punto che, cercando di uscire per andare a chiamare aiuto, l’uomo si ritrova in un incubo: inizia a vedere, come se si trovasse fuori dalla realtà, scene che riguardano gli abitanti della villa e rivive, da fantasma, episodi più o meno importanti della storia della famiglia. L’esperienza lo segna e lo tormenterà per tutta la vita, rendendogli insopportabile la vista degli alberi di Natale e portandolo alla soglia della pazzia.
Questa raccolta di racconti spettrali riprende un genere in voga specialmente nella tradizione anglosassone con alcune penne contemporanee, tutti maestri del terrore, felicemente sulle tracce di Henry James e Charles Dickens. Le altre autrici del libro sono Natasha Pulley, Jess Kidd, Laura Purcell, Kiran Millwood Hargrave ed Elizabeth Macneal. —
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