Vita e opere di Oleg Supereco l’artista della Cappella di Cavana

Oggi alle 18 al teatro  di Santa Maria Maggiore a Trieste si presenta la monografia firmata da Agostino Ricardi di Netro
Marianna Accerboni



Si chiama Oleg Supereco, ma il cognome di questo poliedrico pittore moscovita, classe 1974, non è uno pseudonimo, bensì la pura e semplice traslazione di quello originario dal cirillico in lingua italiana. Trapiantato da anni nel Trevigiano, dotato di eccezionale talento e di notevole scuola, è conosciuto in Italia soprattutto per l'imponente ciclo di affreschi per la Cattedrale della cittadina barocca di Noto (Siracusa) e a Trieste ha di recente dipinto per la Cappella della Madre della Riconciliazione in Cavana (via San Rocco 5), inaugurata nel marzo scorso, un importante itinerario per immagini e storie sacre che ripercorre i tratti salienti della vicenda di Cristo e della Chiesa nascente. Finora però su di lui erano usciti solo dei bei cataloghi con la riproduzione delle sue opere, ma senza alcun cenno critico.

La lacuna è ora colmata da un giovane studioso triestino, Agostino Ricardi di Netro, laureato in Storia dell’arte, appassionato di pittura figurativa contemporanea e autore del libro "Oleg Supereco" (pgg. 94, € 12), che viene presentato oggi alle 18 al teatro di S. Maria Maggiore (via del Collegio 6, green pass obbligatorio, ingresso consentito a un massimo di 100 persone). Interverranno l'autore, l'artista e Mariangela Vella, redattrice delle edizioni "Le lettere scarlatte", che ha pubblicato il volume.

Il libro - spiega Ricardi di Netro - nasce dal desiderio di mettere nero su bianco un primo profilo sull’opera di Oleg e di tracciare una lettura approfondita della sua pittura fino al ciclo dipinto per Trieste non compreso. Una commissione, quella della Cappella in Cavana, nata grazie alla Provvidenza - afferma lo studioso - proprio dall’incontro tra l’artista e lo stesso Ricardi che, visti su un libro i potenti affreschi realizzati da Supereco a Noto, aveva voluto conoscerlo. Tant’è che, a firma dello stesso autore, è in previsione anche la pubblicazione di un volume illustrato sul ciclo pittorico triestino, che ne racconterà la storia e documenterà tutta la fase preparatoria ed esecutiva. Un percorso, cui per altro proprio in questi giorni si sono aggiunti tre ulteriori dipinti, richiesti dall’Arcivescovo e raffiguranti Francesco Bonifacio, Miroslav Bulesic e Lojze Grozde, tre beati afferenti a tre nazionalità diverse (italiana, croata e slovena), ma accomunati dal martirio in odio alla fede. Corredato da un apparato iconografico di quaranta immagini di lavori realizzati dal 1995 (quando Oleg aveva 21 anni) fino al 2020 per tentare di dare una visione il più possibile completa della sua vasta opera comprendente circa mille opere, il volume narra i diversi ambiti pittorici esperiti dall’artista russo, che è laureato all’Accademia di Belle Arti di Mosca e di Venezia e ha al suo attivo numerose mostre collettive e personali in Russia, tra Mosca e San Pietroburgo, e in Italia, tra Venezia, Roma e Catania. Sono lavori che Ricardi di Netro ha selezionato, ritenendoli particolarmente significativi, e ha raggruppato in categorie di carattere esistenziale più che artistico in senso stretto. Il tragico, Lo spirituale, L’arcano, L’eroico, L’umano, L’atmosferico, L’immoto, Il mitologico, Il malinconico sono ambiti in cui l’eleganza, il talento e l’intuito psicologico del pittore sono interpretati con colta destrezza dallo studioso, che fa scorrere come in un romanzo lieve e profondo i molteplici aspetti della vita materiale e dell’animo umano colti dall’artista russo, divenuto nel tempo, membro ad honorem, tra le altre cariche, dell’Accademia Russa e fornitore ufficiale della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie. —



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