Voci di kamikaze per l’«Inchiesta»

di FRANCESCA PESSOTTO
Torna l'approfondimento e la ricerca documentaristica delle Voci dell'Inchiesta, festival del cinema del reale indetto da Cinemazero a Pordenone dal 5 al 9 aprile. Giunto alla decima edizione, porterà sugli schermi il meglio del documentario internazionale, oltre 20 anteprime su un totale di 160 lungometraggi, risultato di una selezione molto attenta e durata un anno intero. Prodotti di altissima qualità per la maggior parte realizzati da filmaker giovani e sconosciuti, che permettono di accedere a “realtà mai viste” attraverso un cambio di prospettiva.
Circa 40 ospiti tra registi, esperti, giornalisti che presenzieranno ad incontri, mattinèe per le scuole, workshop, e una sezione interamente dedicata alla realtà virtuale, con 4 postazioni, allestite in Mediateca a Palazzo Badini, con appositi visori e smartphone, che permetteranno di vivere una nuova esperienza “dentro” la realtà del film.
La prima serata (mercoledì 5 aprile, 20.45) celebra il giornalista Giuseppe Joe Marrazzao, uno dei grandi dell'informazione noto soprattutto per le numerose inchieste su temi sociali, in particolare sulla mafia e sulla camorra, e uno tra i primi inviati in Friuli per documentare il terremoto del 1976 a poche ora dalle scosse. Una ricca retrospettiva sulla sua carriera attraverserà tutto il festival e alla proiezione di “Senza perdere la tenerezza“, speciale tv della Rai a lui dedicato, durante la serata serata inaugurale presenzieranno amici, parenti e giornalisti oltre i figli, i giornalisti Gianpiero e Piero (corrispondente Rai da Gerusalemme), anche lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci e il giornalista Sandro Ruotolo. A conclusione, “Robinù”, di Michele Santoro, toccante documentario sui baby-killer napoletani e sulla guerra che combattono quotidianamente tra i vicoli.
Per commemorare i 25 anni dalla chiusura del quotidiano “L’Ora di Palermo”, alla presenza dei due storici redattori Francesco La Licata e Marcello Sorgilo, lo stesso giorno alle 17.45 verrà proiettata “La corsa de L’Ora” di Antonio Bellia, che racconta l’avventura del giornale tra il 1954 e il 1975, durante la direzione di Vittorio Nisticò nel nome della legalità e contro la mafia.
Dedicato al tema dell’Isis e del terrorismo sono “The confession”, di Ashish Ghadiali, storia del cittadino inglese-pakistano Moazzam Begg, presunto estremista imprigionato per oltre quattro anni a Guantanamo e liberato senza nessuna accusa a suo carico; “Nowhere to Hide”, struggente racconto in prima persona di un infermiere iraqueno nell’ospedale di Jalawla e “Dugma: the button”, documentario girato in Siria dalla parte del fronte occupato, con dichiarazioni degli aspiranti kamikaze di al Nusra sulla loro ultima “missione”. Dedicata ai nuovi fenomeni del “fare politica” è il docufilm “Tutti a casa” di Lise Birk Pedersen, il punto di vista della Danimarca sul “fenomeno Grillo” e sul Movimento 5 Stelle. Lo sguardo del regista Francesco Munzi racconta, nel suo “Assalto al cielo”, la parabola dei ragazzi che animarono le lotte politiche extraparlamentari tra il 1967 e il 1977 e che tra slanci e sogni, ma anche violenze e delitti, inseguirono l’idea della rivoluzione.
Una tematica di urgente rilevanza come quella del lavoro è al centro di “Merci Patron”, film-manifesto di François Ruffin, considerato il Michel Moore francese delle proteste contro la Loi Travail voluta dal ministro del lavoro Myriam El Khomri. Da Israele arrivano “Forever pure” di Maya Zinsthein, che racconta l'evoluzione della squadra di calcio Beitar Jerusalem, roccaforte del tifo e dei manifestanti della destra sionista più accesa, e “Shalom Italia” di Tamar Tal, che racconta con grazia e ironia la toccante vicenda di tre fratelli ebrei fiorentini che ritornano 50 anni dopo da Israele in Toscana alla ricerca della grotta dove si nascosero per sfuggire alle persecuzioni razziali.
Il festival è poi promotore di una riedizione: in collaborazione con l'Archivio Cinema del Fvg uscirà il nuovo master digitale di “Underground New York”, capolavoro di Gideon Bachmann sugli intellettuali della Grande Mela durante la beat generation. Spazio anche ai libri con la presentazione di “Breve ma veridica storia del documentario: dal cinema del reale alla nonfiction” dello sceneggiatore e regista Adriano Aprà per la casa editrice Falsopiano, che racconta vizi e virtù del documentario attuale.
. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo