William Merritt Chase, il gigante della pittura

Una mostra a Ca’ Pesaro di Venezia riscopre il maestro di Edward Hopper e Georgia O'Keeffe

Il suo soprannome al Tile Club, il primo circolo di disegno en plein air d'America, era Briareo, il gigante dalle cento braccia. William Merritt Chase sicuramente è stato un artista di straordinario dinamismo. A lui la Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro dedica fino al 28 maggio la prima mostra monografica europea.

Nato in un piccolo paese dell'Indiana Chase si dedicò precocemente al disegno, riuscendo grazie a un mecenate a compiere un viaggio di formazione in Europa. Scelse l'Accademia di Belle Arti di Monaco, da cui attinse il gusto per il ritratto e il cromatismo nordico, per poi aprirsi alla luce e al colore grazie ai soggiorni a Venezia, Londra e Parigi.

Un viaggiatore, un artista dall'indubbio talento e uno straordinario insegnante, capace di assorbire le tendenze più alla moda dell'arte europea e al contempo di cogliere i germi del rinnovamento che lo porteranno a superare la pittura storica e la ritrattistica d'accademia per aprirsi agli stimoli delle avanguardie con una pennellata fluida e luminosa e una pittura dai molteplici registri: d'ambiente, d'interni borghesi, di paesaggio.

Ad ogni suo viaggio in Europa porterà in America la conoscenza dell'arte antica e i fermenti contemporanei europei, ma anche lo style-life del milieu artistico del vecchio continente, insegnando a tanti giovani artisti che scriveranno la storia della pittura americana del '900, come Edward Hopper e Georgia O'Keeffe.

Allegro, generoso con i suoi studenti, animato da un'entusiastica fede in se stesso e nel futuro dell'arte americana Chase è considerato uno dei padri della pittura statunitense.

«Questa mostra a 100 anni dalla sua morte - spiega la co-curatrice Giovanna Ginex - è nata per restituire a questo artista la sua dimensione internazionale e per far scoprire al grande pubblico l'arte americana a cavallo del XIX secolo».

Giovanna Pastega

Riproduzione riservata © Il Piccolo