Zoo di vetro, sogno borghese diventa dramma familiare

Lo “Zoo di vetro”, il dvd che da domani sarà proposto con questo quotidiano (ogni uscita euro 8.90 più il prezzo del giornale) nell’ambito della collana che ripercorre la storia del teatro dall’antica Grecia al Novecento, è la registrazione della riduzione televisiva del capolavoro di Tennessee Williams (1911-1983) andata in onda il 5 novembre 1968 sulla prima rete della Rai nell’ambito di un ciclo dedicato alla drammaturgia americana. Una chicca uscita, come tutte le proposte della collana, dalle fornitissime Teche Rai. Ne sono interpreti Anna Maria Guarnieri (Laura Wingfield), Paolo Graziosi (Tom Wingfield), Sarah Ferrati (Amanda Wingfield) e Giorgio Ardisson (Jim O’Connor). La regia è di Vittorio Cottafavi, regista che 5 anni prima di questa messa in onda aveva già diretto un’altra edizione della pièce per il piccolo schermo. Pietra miliare nella storia del teatro americano, Lo zoo di vetro, The Glass Menagerie il titolo originale, che debuttò a Chicago nel 1944, è la prima opera teatrale in cui Williams drammatizza la caduta del sogno americano in una storia dall’anima doppia: da un lato c’è il realistico racconto del fallimento familiare di Amanda e dei rapporti tra i personaggi, dall’altro la dimensione onirica rispetto al tempo della vicenda e a quello della sua rappresentazione.
Lo stesso Williams definì Lo zoo di vetro un “dramma della memoria” che mette in scena in maniera potente l’atto del ricordare e il passato come luogo del rimpianto. «Il futuro diventa presente, il presente passato, e il passato un eterno rimpianto» viene detto nel testo.
Ambientata nel Sud degli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta, la commedia mostra una famiglia piccolo borghese in crisi perché il padre se n’è andato abbandonando la moglie, Amanda, e i due figli, Laura e Tom, non più giovani ma senza età. Da quando il marito se n’è andato la donna passa le giornate a fantasticare sulla propria giovinezza di bella corteggiata e cerca in ogni modo di convincere la figlia a sposarsi. Questa, claudicante, fragile, sensibile, spaventata dalla vita, si rifugia in una solitudine abitata solo dalla sua collezione di animaletti di vetro: figure di un mondo immobile, irreale vivo solo nella fantasia.
Un giorno il sempre insoddisfatto e rancoroso Tom porta a casa a cena Jim, un amico che potrebbe dare una svolta all’asfittica vita della famiglia, nell’ospite Laura riconosce il ragazzo di cui era innamorata negli anni della scuola superiore.
Si risveglia in lei il ricordo di quel sentimento e dapprima tutto sembra corrispondere alle segrete aspettative. Ma d’un tratto l’uomo, apparentemente sicuro di sé, in realtà pieno di dubbi e di incertezze come tutti gli altri personaggi della storia, rivela a Laura di essere già fidanzato. Questa torna allora a rifugiarsi nel proprio mondo di essenze trasparenti, quasi inesistenti, mentre Tom fugge per liberarsi da Amanda, ormai in preda alla follia. Notevole, in questo Zoo di vetro, la presenza scenica di Anna Maria Guarnieri, una delle più brave attrici teatrali italiane. La sua interpretazione di Laura è permeata da una tristezza e da un senso di solitudine che dall’anima le arrivano al volto che rendono straordinario il risultato recitativo.
Un omaggio straordinario al testo che Williams, al secolo Thomas Lanier Williams, elaborò sulla base di un racconto precedente, Ritratto di una ragazza di vetro (Portrait of a young girl in glass), permeato da forti riferimenti autobiografici. Il personaggio di Laura, infatti, si basa sulla figura di sua sorella Rose, che per problemi psichici fu sottoposta a un intervento di lobotomia, causandogli l’immenso dolore che l’accompagnò tutta la vita.
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