Allagato L’Argine a Vencò, lo sfogo della chef stellata Klugmann: «Nessuno ci ha aiutati»

La titolare del rinomato ristorante a Dolegna del Collio: «Verso mezzanotte i vigili del fuoco sono venuti e ci hanno chiesto di far evacuare il personale e gli ospiti del ristorante, ma da quel momento in poi siamo rimasti soli»

La chef Antonia Klugmann mentre riprende gli interni allagati, dietro i terreni sommersi
La chef Antonia Klugmann mentre riprende gli interni allagati, dietro i terreni sommersi

Sono stati una notte di paura e una giornata di lavoro, frustrazione e preoccupazione, quelli di Antonia Klugmann, la celebre chef che a Dolegna del Collio ha visto finire sott’acqua (e non è la prima volta) il suo ristorante stellato L’Argine a Vencò.

Come suggerisce il nome, il locale si trova a due passi dagli argini del torrente Judrio, che non sono riusciti a trattenere la furia delle acque gonfiate dalle copiose precipitazioni. E nella tarda serata di domenica 16 novembre il ristorante è stato allagato. «Ha iniziato a piovere alle 18, e già tra le 22 e le 23 abbiamo visto l’acqua salire», il racconto di Klugmann, che nella tarda mattinata era ancora in attesa di aiuto dalla Protezione civile e dai soccorsi, e sui propri canali social ha pubblicato diverse immagini e video del ristorante allagato, lanciando un appello ai soccorsi. «Così – continua la chef – abbiamo recuperato i sacchi che avevamo a disposizione dall’ultima volta che il torrente è esondato, i miei collaboratori mi hanno aiutato a sigillare gli accessi e almeno per qualche ora siamo riusciti a proteggere cucina e sale».

Il fiume entra in casa e trascina via tutto, il Friuli sotto acqua: «Così siamo impotenti»
L’ingresso ai garage a Visco impraticabile e un'auto sotto acqua

Gli sforzi però non sono bastati. «Verso la mezzanotte i vigili del fuoco sono venuti e ci hanno chiesto di far evacuare il personale e gli ospiti del ristorante, ma da quel momento in poi non abbiamo visto più nessuno», spiega ancora Klugmann, non senza amarezza. Certo, quanto successo nella vicina Brazzano aveva attirato tutte le priorità della macchina dell’emergenza, ma L’Argine aveva bisogno di sacchi e strumenti per difendersi dall’acqua.

Klugmann è rimasta per tutta la notte nel locale assieme al suo sous chef e a un amico arrivato a dare una mano, ma intanto l’acqua dello Judrio aveva invaso l’intera struttura. In mattinata (quando anche la sorella Vittoria ha potuto raggiungere in automobile il ristorante, che prima era rimasto isolato a causa dei blocchi alla viabilità) la preoccupazione maggiore restava per le camere da letto ai piani bassi. «Al primo piano, dove ho passato la notte, ne abbiamo tre, mentre le altre quattro al piano più basso sono completamente invase dall’acqua e dal fango – le parole di Antonia Klugmann –. Ci abbiamo messo un anno e mezzo per farle asciugare del tutto e restaurarle dopo l’ultima alluvione: le avevamo inaugurate una settimana fa e ora sono nuovamente devastate. Servono sacchi per sigillare i locali e pompe per svuotarli, per esperienza purtroppo sappiamo che più tempo passa con le stanze piene d’acqua e maggiori saranno i danni e il tempo necessario a sistemarli. Anni di lavoro e investimenti rischiano di andare in fumo».

Amaro lo sfogo di Vittoria Klugmann: «Per l’ennesima volta lo Judrio è straripato. Sappiamo che si è trattato di precipitazioni molto copiose, ma non è normale che in appena poche ore il torrente esca dagli argini. Serve intervenire in modo più radicale».

Riproduzione riservata © Il Piccolo