Book Week Gorizia capitale al via, spazio alla “rivoluzione sentimentale” di Giulia Musini
La rassegna, a ingresso gratuito, organizzata dal gruppo Nem si tiene da venerdì a domenica a Gorizia. L’ultimo giorno alle 17 ospite la content creator con un profilo Instagram da oltre 100 mila follower. E’ autrice del testo “Rivoluzione sentimentale. Dal caos emotivo a un nuovo equilibrio”

Molti gli argomenti, molti i generi al centro della Book Week Gorizia capitale, la rassegna a ingresso gratuito organizzata dal gruppo Nord Est Multimedia (che edita anche questo giornale) in collaborazione con il Comune.
Si va dalla narrativa alla saggistica, dalla geopolitica al thriller e alla fisica quantistica. E così ventuno autori accuratamente scelti, da venerdì a domenica, in piazza Sant’Antonio e negli spazi del Grand Hotel Entourage, presenteranno i propri libri intervistati da altrettanti giornalisti.
E a testimoniare la vastità degli argomenti trattati, nel fitto cartellone c’è anche spazio per “Rivoluzione sentimentale. Dal caos emotivo a un nuovo equilibrio” (Mondadori, pagg. 276, euro 18,50). Autrice del testo è Giulia Musini, laureanda in psicologia clinica e content creator con un profilo Instagram da oltre 100 mila follower, che, per l’occasione, dialogherà con Antonio Maconi dell’Indice dei Libri del Mese. L’evento è previsto per domenica, alle 17, all’Entourage.
In cosa consiste la rivoluzione sentimentale?
«È il mio grande credo nel cambiamento delle persone per aiutarle a trovare la propria verità, quanto hanno di prezioso, per poi riuscire a creare relazioni più sane, più funzionali possibili, ma sempre partendo da sé stessi. Quindi, la rivoluzione sentimentale è un movimento che non deve essere guerrafondaio, bensì basato sull’amore. Che, di questi tempi, serve molto».

Lei scrive sul suo sito: «La mia missione è questa: farti risplendere. Farti tornare a casa. Dentro di te». È un progetto ambizioso...
«Ci si prova... E poi qualcuno deve pure attuarlo, questo progetto. Anche perché siamo sempre concentrati al di fuori di noi stessi, dando la colpa agli altri e non prendendoci le nostre responsabilità. Ma per me, che ho influenze molto forti provenienti dalla spiritualità induista (visto che sono cresciuta anche in un contesto hippy), il grande insegnamento consiste nel guardarci dentro».
Quali sono le sue passioni?
«La lettura, senza dubbio. Ho cominciato a leggere libri a 4 anni e a 7-8 avevo già finito tutta la collana del “Battello a Vapore”. Mia mamma era disperata perché non sapeva quali altri testi darmi. Ho allora iniziato con lavori più impegnati come Anna Frank, ma mi sono anche avvicinata alla filosofia e da allora i miei interessi spaziano in particolare verso l’esplorazione di mondi, menti, realtà diverse. E poi amo i viaggi. Sì, mi piace molto la scoperta delle persone delle culture, dei luoghi, dei sapori, dei colori. Sempre con grande rispetto».
Lei ha anche un’altra passione ed è piuttosto originale: quella per il mondo dei tarocchi. Può raccontarla?
«Sì, ho questa passione da quando ero piccola. In fondo, nel mio presente porto molto della bambina che ero. Come nel caso dei tarocchi. Ne ho trovato un mazzo nella cassettiera di mia mamma e mi sono affascinata a queste figure. Ho sempre pensato che oltre all’aspetto mistico avessero qualcosa di più. Del resto, sono una che scava, una che va al fondo delle cose, mentre i semplici manuali di tarocchi sono piuttosto superficiali. Quindi, non mi bastavano. Ho allora cominciato a studiare le carte mettendole in comparazione con la simbologia, per esempio dell’arte, sacra ma non solo. Sì, pongo le carte in stretta correlazione con quello che Jung chiama “inconscio collettivo”».
Quali sono i suoi maestri?
«Ne ho avuti tanti, ma non mi sono mai attaccata a un guru, a una figura che potesse prendere l’intera responsabilità della mia formazione. Ho quindi avuto tante persone che mi hanno ispirata e mi hanno portata a essere ciò che sono, ma posso ritenere un mio maestro anche un contadino che mi ha insegnato a scegliere un pomodoro maturo sulla pianta. Tuttavia, se devo individuare un nome di qualcuno che nell’ultimo anno ha cambiato la mia vita faccio quello di Umberto Galimberti: è il mio grande mentore e l’ho citato anche nei ringraziamenti del mio testo. Gli voglio molto bene. E, naturalmente, ci sono i libri, che per me sono sempre stati fondamentali: permettono di trovare maestri che si possono raggiungere solo attraverso ciò che è stato scritto». —
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