Fedriga: “Basta aggressioni ai giornalisti durante i cortei per la Palestina”
Solidarietà del governatore del Friuli Venezia Giulia dopo gli ultimi episodi avvenuti mercoledì sera a Gorizia e Trieste

"Il ripetersi di inaccettabili aggressioni e intimidazioni ai danni di giornalisti e operatori dell'informazione, mentre svolgono il loro importante lavoro, è un fenomeno che non può e non deve più essere tollerato. Episodi come quelli registrati a Trieste e Gorizia rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e alla convivenza civile".
A prendere posizione sugli ultimi episodi avvenuti nella serata di mercoledì durante le manifestazioni a sostegno di Gaza svoltesi nel capoluogo giuliano e in quello isontino, è il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
"Il diritto di manifestare - prosegue Fedriga - è tutelato dalla nostra Costituzione e va garantito. Ma non può e non deve mai degenerare in violenza, intimidazione o aggressioni. Soprattutto verso chi svolge il delicato compito di raccontare i fatti e informare l'opinione pubblica. Si tratta di derive pericolose e intollerabili che rischiano di trasformare le nostre città in luoghi di caos e tensione".
A Gorizia a essere stato preso di mira dai manifestanti, al polo universitario di via Alviano, è stato l’inviato di guerra Fausto Biloslavo, tra i protagonisti del quarto panel al festival del Cambiamento. Il giornalista ha immortalato il momento con lo smartphone e si è allontanato, prendendosi un’altra dose di insulti. Nel frattempo, tutte le auto sono state bloccate dai manifestanti.
Poco dopo le 19, però, è tornato, chiedendo di poter parlare, ma la cosa non gli è stata consentita, tra gli inviti a muso duro, per usare un eufemismo, ad andarsene via. «Siete mai stati a Gaza?», ha domandato, prima di andarsene. Scena che si è ripetuta più tardi con Biloslavo che si è poi allontanato a piedi, apostrofato con frasi “Fascisti nelle fogne” e slogan simili. Per consentire alle auto di uscire dalla viuzza, le forze dell’ordine hanno creato un cordone e, fra uno spintone e l’altro, la situazione si è sbloccata.
L’ultimo episodio si è verificato mercoledì sera a Trieste, nel corso di una manifestazione pro Palestina, ai danni di un collega di Trieste Prima, Riccardo Lazzari, preso di mira da una coppia di manifestanti che, dopo avergli intimato di non riprendere la manifestazione con il telefono, gli hanno strappato lo smartphone di mano e lo hanno lanciato a una ventina di metri, distruggendolo. La Digos è stata informata dei fatti.
"Nei giorni scorsi altri tre giornalisti erano stati aggrediti a Trieste e a Ronchi dei Legionari” continua Fedriga, che esprime "la più ferma condanna per le violenze e i vergognosi insulti che, con crescente frequenza, colpiscono i giornalisti nel corso di manifestazioni pubbliche. Esprimo la mia piena solidarietà a tutte le vittime di questi atti codardi, nella convinzione che sia dovere delle istituzioni intervenire con decisione per prevenire e sanzionare simili comportamenti. La libertà di stampa - conclude - è un pilastro irrinunciabile della democrazia liberale. Non possiamo accettare che venga minacciata o condizionata dalla violenza".
“Doverosa e piena solidarietà ai giornalisti che in questi giorni sono stati intimiditi o aggrediti nel corso di manifestazioni dichiaratamente promosse per sostenere il processo di pace in Palestina" arriva anche dalla vice segretaria del Pd Fvg Lucia Giurissa. “Cortei ed espressioni di dissenso si devono muovere nei confini della legalità e nel rispetto della libertà d’informazione. Questo intento è sicuramente condiviso da migliaia di cittadini che sono scesi in strada in modo pacifico ma è profondamente estraneo ad alcune persone intolleranti o violente che hanno altri obiettivi: ogni azione distruttiva e lesiva della libertà degli altri trascina nel fango i nobili propositi della maggior parte dei manifestanti. Ricordiamo di aver espresso indignazione quando a Gaza i giornalisti sono diventati target deliberati, quindi non accettiamo che proprio qui in Fvg siano colpiti mentre fanno il loro dovere”.
A denunciare l’accaduto è anche l’Assostampa del Friuli Venezia Giulia: “Le aggressioni e le intimidazioni ai giornalisti, come già accaduto negli anni delle manifestazioni no vax, sono ormai ridiventate una riprovevole abitudine: minacce, insulti, e anche aggressioni fisiche a colleghi che hanno l’unica colpa di fare il proprio lavoro. Non possiamo tollerare fatti di questa gravità: abbiamo più volte espresso solidarietà ai colleghi pesantemente presi di mira, minacciati e a volte anche picchiati nel tentativo di mettere a tacere la stampa. C'è un’insofferenza nei confronti dell'informazione che nasce dall'alto, e che porta a estremi di questo tipo. Chiediamo provvedimenti severi e in tempi brevi, perché queste aggressioni stanno diventando una triste realtà quotidiana”.
Riproduzione riservata © Il Piccolo