La frana di Brazzano è ancora in bilico: allerta per nuovi crolli. Sfollati senza casa anche per tre anni
Esiti dei rilievi tecnici peggiori del previsto. Si allungano i tempi per chi vive nelle zone rossa e arancione

Gli ultimi rilievi tecnici eseguiti sul Monte San Giorgio, quello che incombe sull'abitato di Brazzano, nel territorio di Cormons, hanno dato esiti peggiori del previsto.
La frana costata la vita a due persone, è ancora in bilico. E in caso di altre precipitazioni intense, come quelle attese per lunedì 24 novembre potrebbe provocare nuovi, devastanti crolli.
Troppo pericoloso quindi anche solo immaginare di far rientrare a casa i dieci residenti della zona rossa, quella più vicina alla chiesa. E troppo pericoloso anche revocare l'evacuazione per i 34 abitanti dell'area poco più distante classificata come zona arancione. I tempi quindi si annunciano lunghissimi: almeno due, tre mesi per chi vive nella zona arancione a addirittura fino a tre anni per le dieci persone della zona rossa.

Previsioni sconfortanti che hanno gettato nel panico molti degli abitanti di Brazzano intervenuti nel primo sabato pomeriggio di sabato alla riunione operativa convocata dal sindaco Roberto Felcaro per informare la popolazione. Una riunione attesa con ansia da chi era già pronto a lasciare gli alloggi di fortuna e riprendere possesso delle proprie abitazioni. Ma a farlo, appunto, saranno solo 50 degli 84 sfollati del paese. Per gli altri l'incubo continua.

Ecco dove gli sfollati saranno alloggiati
Chi non potrà rientrare sarà ospitato a partire da lunedì nell’ex Hotel Felcaro, che si trova proprio a Brazzano, in regime di pensione completa con i costi che saranno sostenuti in emergenza dalle amministrazioni pubbliche.

I cittadini della zona arancione vi resteranno fino alla conclusione dei lavori urgenti, per qualche mese, mentre ai cinque nuclei famigliari della zona rossa saranno poi assegnati degli alloggi dell’Ater, che il presidente Daniele Sergon presente a sua volta sabato a Cormons ha spiegato di voler individuare (tutti in paese, in modo da non sradicare i cittadini, condizionandone e mutandone eccessivamente le abitudini) e mettere a disposizione nel giro di una ventina di giorni. Si tratta, ha ribadito il sindaco affiancato durante l'incontro dal dirigente delle attività di prevenzione e pronto intervento della Protezione civile regionale Claudio Garlatti, di provvedimenti sicuramente difficili da accettare ma inevitabili alla luce della pericolosità della situazione idrogeologica del territorio.

"Non possiamo permetterci di sottovalutare i rischi per la sicurezza delle persone - è stato detto -. La frana fa ancora paura. Ed esiste anche un secondo movimento franoso da tenere sotto controllo. Non era possibile agire diversamente",

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