La riforma della giustizia tributaria e gli effetti in Fvg: «Tre Corti da chiudere»
La bozza presentata dal Mef: le sedi di primo grado di Trieste, Gorizia e Pordenone accorpate a Udine

Addio alle Corti di Giustizia Tributaria di primo grado di Trieste, Gorizia e Pordenone. Ne resterebbe una sola, a Udine, sede scelta per accorpare tutte le altre. È quanto prevede la bozza della riforma della geografia giudiziaria tributaria che il Governo intende attuare entro fine anno.
Il tema, che già desta preoccupazione tra giudici, professionisti del settore e amministratori locali, è balzato venerdì all’attenzione generale in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario nel salone di rappresentanza della Regione in piazza Unità. A sollevare la questione, nei rispettivi interventi, sono stati il presidente della Corte Tributaria di secondo grado del Friuli Venezia Giulia, Oliviero Drigani, e Carolina Lussana, dal 2023 al vertice del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, l’organo di autogoverno (in pratica, il Csm dei giudici tributari).
«Siamo consapevoli del fatto che a una riorganizzazione si debba arrivare – ha premesso Lussana –, ma la bozza di riforma che ci ha presentato il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha un impatto rilevante: prevede la soppressione di 64 Corti di primo grado su 103».
«Bisogna tenere presente – ha rimarcato – il principio dell’accessibilità della giustizia per il cittadino e il concetto di giustizia di prossimità che non può essere cancellato. C’è grande preoccupazione. Qui in Friuli Venezia Giulia resterebbe la Corte di secondo grado di Trieste, mentre per le Corti di primo grado è previsto l’accorpamento delle quattro attuali in una sede unica a Udine. Stiamo analizzando la bozza e faremo le nostre osservazioni tecniche. Ci vorranno sicuramente dei correttivi e poi ci sarà la politica locale che potrà fare altri tipi di considerazioni».
«Qui non è questione di difendere una parrocchia piuttosto che un’altra – ha aggiunto Lussana –. Una Corte di giustizia è un presidio di legalità del territorio. È giusto razionalizzare ma solo dove è davvero necessario». «La Corte di secondo grado rimarrebbe a Trieste, ma resterebbe un’unica Corte di primo grado a Udine: immagino che ciò potrebbe scatenare le rivalità territoriali – ha osservato Drigani –. Si deve continuare a rendere un minimo vicina al cittadino, e ai professionisti che lo rappresentano, l’esercizio della giurisdizione tributaria. È vero che stiamo cercando di informatizzarci, ma questo è un problema che deve gestire e risolvere la politica».
Restando proprio in ambito politico, nel corso della cerimonia, oltre al saluto del sindaco Roberto Dipiazza, hanno preso la parola il governatore Massimiliano Fedriga e l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli.
Fedriga ha sostenuto la validità della politica tributaria attuata dall’amministrazione regionale. «Le scelte in ambito tributario sono fondamentali per lo sviluppo e con la nostra autonomia finanziaria siamo intervenuti sui tributi locali – ha ricordato il governatore –, approvando l’Ilia, che ha sostituito l’Imu, e che, grazie a una serie di differenziazioni uniche in Italia, ha agevolato famiglie e imprese. E per supportare il tessuto economico, abbiamo introdotto misure agevolative sull’Irap».
Politiche di riduzione della pressione fiscale che secondo Fedriga hanno creato condizioni favorevoli allo sviluppo: «La legge di bilancio 2018 ammontava a 4 miliardi e 100 milioni, quella del 2025 ha raggiunto i 6 miliardi e 200 milioni. Il tutto aumentando gli investimenti e senza trasferimenti dallo Stato. E attuando comunque politiche di prudenza». Infine, sulla leva tributaria Zilli ha auspicato «maggiori spazi di autonomia dallo Stato».
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