Chiusura della superstrada H4: nessuna deroga dalla Slovenia
Il vertice a Trieste. Preoccupazione per i riflessi su economia e traffico in regione da febbraio. L’assessore regionale Amirante: «Come in A22 non potremo fare altro che filtrare il flusso di mezzi pesanti verso il Lisert»
Un anno e mezzo di chiusura per lavori. Con conseguenze inevitabili su economia e traffico, proprio nell’anno di Go!2025. Nel vertice convocato dal prefetto di Trieste e commissario di Governo in Friuli Venezia Giulia Pietro Signoriello non sono emerse novità sul congelamento della carreggiata in direzione Gorizia della superstrada slovena H4 tra Razdrto e Vrtojba. Scatterà a febbraio, in una data ancora da definire. E, al momento, le alternative per attutire i danni restano sulla carta, perché dal fronte sloveno non arrivano aperture.
Il vertice
Ci si riproverà mercoledì prossimo, in un’altra riunione, ma l’assessore regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante conferma che il traffico pesante verso l’Italia verrà contingentato in situazioni particolari o di meteo o di traffico. «Proprio come accade al Brennero». Con Signoriello e Amirante erano seduti al tavolo triestino il prefetto di Gorizia Ester Fedullo, i vertici tecnici della società Dars e del ministero sloveno dei trasporti, i sindaci di Duino Aurisina Igor Gabrovec e Monrupino Tanja Kosmina, l’ambasciatore italiano a Lubiana Giuseppe Cavagna, il console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste Gregor Šuc e i rappresentanti dell’Interporto di Gorizia.
La richiesta di deroga
A fine novembre la deputata del Pd Debora Serracchiani aveva interrogato il ministro Matteo Salvini, prevedendo le criticità. L’assessore Amirante ha insistito per «soluzioni alternative che limitino l’impatto economico, occupazionale e sociale causato dalla chiusura della superstrada» e ha avanzato la richiesta alla Dars «di valutare una deroga che consenta di circolare sulla strada regionale slovena del Vipacco a un numero di mezzi pesanti compreso tra i 200 e i 500 al giorno, così da consentire la sopravvivenza della Sdag, dei suoi 400 posti di lavoro e del sistema dell’autotrasporto. Ci è stato risposto di no con motivazioni tecniche legate alla pendenza e alla fragilità del territorio attraversato, ma abbiamo comunque controproposto ipotesi di orari e sensi unici che possano conciliare le limitazioni geografiche con le esigenze della logistica locale. Se ne riparlerà la prossima settimana».
Il nodo autostradale
Secondo nodo quello autostradale. La chiusura della carreggiata, questa è la situazione emersa, sposterà di fatto 4 mila automezzi giornalieri in più sul valico di Fernetti e, di conseguenza in autostrada. Sul tema, la competenza è italiana. E Amirante ha chiarito che, «sulla scorta di quanto fatto in situazioni simili a livello nazionale ed europeo, procederemo sicuramente al contingentamento del numero dei mezzi applicato sul versante sloveno, prima della frontiera di Fernetti, affinché si prevengano le code di automezzi pesanti e i rallentamenti sulla nostra rete autostradale».
L’assessore cita proprio quello che accade al Brennero: «Considerato che una corsia autostradale può assorbire al massimo 900 veicoli all’ora, non potremo fare altro che comportarci come in A22, filtrando il flusso. Altrimenti, ci ritroveremmo con chilometri e chilometri di coda al Lisert, qualcosa di non gestibile soprattutto nei mesi estivi».
Nel corso della riunione, Amirante si è rivolta ai rappresentanti del ministero sloveno e della Dars, rimarcando l’opportunità di uno spirito di condivisione sulle scelte, sia perché Italia e Slovenia fanno parte della “casa comune europea”, sia perché, in assenza di correttivi, le ricadute negative non si limiteranno all’Interporto di Gorizia, ma coinvolgeranno anche il suo indotto sloveno. —
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