Trieste regina delle pensioni: nel Fvg assegni tra i più alti d’Italia, ma cresce il divario generazionale
Redditi medi sopra i 24 mila euro e tendenza in rialzo. Pascolini (Ires): «Servono formazione e valorizzazione delle competenze mature»

I pensionati del Friuli Venezia Giulia sono tra i più ricchi d’Italia. Terzi, per la precisione, dietro a quelli lombardi e laziali. A livello provinciale, addirittura, Trieste è seconda soltanto a Milano e pure Gorizia, Udine e Pordenone si collocano nella parte alta dell’ideale classifica.
La fotografia è scattata dall’Istituto di ricerche economiche e sociali (Ires) del Friuli Venezia Giulia, che ha messo in fila i dati dell’Inps sulla situazione previdenziale nella nostra regione.
L’indagine fornisce anche alcuni spunti interessanti che consentono di inquadrare le tendenze previdenziali. Il primo: nell’ultimo triennio il numero di pensionati in regione è lievemente aumentato, dopo una lunga fase di contrazione. Il secondo: il numero di pensionati ogni cento occupati è pari a 67,6, un dato in linea con la media nazionale (68,1), ma decisamente superiore a quella del Nord Est (60,6), dove spicca il Trentino Alto Adige con il quoziente più virtuoso (55,4).
Assegni più pesanti
Nel 2024 (anno a cui si riferisce l’indagine dell’Ires) il reddito medio pensionistico (lordo) in regione era di 24.495 euro all’anno (decisamente superiore al dato nazionale pari a 22.331), un valore che pone il Friuli Venezia Giulia al terzo posto dopo Lombardia (24.872) e Lazio (24.689). Nelle ultime posizioni si trovano le regioni del Sud, in particolare Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania e Calabria, tutte con importi medi inferiori a 20 mila euro.

Trieste in vetta, Udine nella top 30
La provincia di Trieste, con un reddito medio da pensione di 26.992 euro è la prima a livello regionale e la seconda in Italia dopo Milano (27.512); a seguire si trova Gorizia (ottava con 25.098 euro). Udine (29esima in Italia) e Pordenone (34esima) presentano i valori meno elevati del Friuli Venezia Giulia, in entrambi i casi al di sotto di 24 mila euro annui.
I dati sono calcolati come media di varie tipologie di trattamenti (di vecchiaia, di invalidità, ai superstiti): una stessa persona, quindi, può contare anche su più pensioni. In Friuli Venezia Giulia, sempre all’inizio di quest’anno, il numero totale di pensioni era pari a oltre 508.000, per una media di 1,4 trattamenti pro capite.
Nei comuni
Per avere una panoramica dei differenti trattamenti economici in base al comune di residenza si può ricorrere a un’altra fonte, ossia i redditi da pensione dichiarati ai fini Irpef (gli ultimi si riferiscono all’anno d’imposta 2023). Da questo punto di vista Sgonico (con 26.388 euro), Udine (25.789) e Pordenone (24.917) presentano i valori medi più elevati. Alcune aree di Trieste (che nel complesso è sesta in questa graduatoria con 24.477 euro), tuttavia, presentano dei redditi medi particolarmente elevati, superiori a 30 mila euro.
Si tratta delle zone delimitate dai codici di avviamento postale 34123 (che corrisponde parzialmente al quartiere di San Vito), 34134 e 34133. Nella top ten figurano anche Campoformido, Pagnacco, Monrupino, Roveredo in Piano e Gradisca d’Isonzo. In coda i “piccoli” Taipana, Stregna, Savogna, Grimacco e Drenchia, che con i suoi 13.234 euro medi chiude la classifica.

Numeri in crescita
Nel 2008 si contavano 383 mila beneficiari di trattamenti pensionistici in regione: il loro numero è diminuito di oltre 28 mila unità nel decennio successivo.
All’inizio del 2025, infine, erano 356.476 (il 51,8% sono donne) contro i 354.515 di tre anni prima (più 1.961 unità, più 0,6%), come emerge dall’analisi del ricercatore dell’Ires Alessandro Russo, che osserva anche come nel 2008 il numero dei pensionati ultrasettantenni era leggermente inferiore a quello degli under 70; attualmente questi ultimi (quasi 122 mila) sono circa la metà della componente più anziana (234.524).
Per comprendere tali dinamiche bisogna ricordare che il forte processo di invecchiamento della popolazione è stato bilanciato dagli interventi legislativi che hanno progressivamente innalzato l’età pensionabile.
Nel periodo 2012-2016, con la riforma Fornero, il trend ha subito una forte accelerazione. Solo in tempi più recenti sono state introdotte delle deroghe, che hanno consentito di anticipare il pensionamento e per questo motivo si è registrata la lieve inversione di tendenza.
Il gap generazionale
«Lo squilibrio tra generazioni è particolarmente accentuato nella nostra regione – commenta il presidente di Ires Fvg Marco Pascolini – ma è ormai evidente anche a livello nazionale, tanto che dal 2027 è previsto il prossimo innalzamento dei requisiti relativi all’età del pensionamento.
L’invecchiamento della popolazione e delle forze di lavoro continuerà ancora a ritmi sostenuti almeno per i prossimi 20 anni, finché anche le persone nate nella prima metà degli anni Settanta (quando il tasso di natalità non era ancora drasticamente calato) saranno andate in pensione. In prospettiva sarà pertanto sempre più importante valorizzare le competenze delle generazioni mature e garantire la formazione continua delle lavoratrici e dei lavoratori, affinché siano in grado di affrontare l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
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