Il ministro Giuli fa il bis a Gorizia e annuncia nuovi progetti per far crescere Go!2025
A quattro mesi dalla cerimonia alla Transalpina, nuova visita del ministro in città. «È in forma smagliante: ha un’offerta dinamica e viva. Il Governo la sosterrà ancora»

«Trovo Gorizia in forma smagliante. Ha un’offerta culturale viva, dinamica, naturalmente votata alla cultura mitteleuropea, ma capace di dialogare con tutto il mondo. E poi, ovviamente, parliamo di una città di confine che, come ogni città di confine, ha una ricchezza particolare perché sta in un rapporto osmotico con quanto avviene oltre quei confini, anche laddove i rapporti sono stati conflittuali». Parole del ministro alla Cultura Alessandro Giuli che è tornato in città per la seconda volta in poco meno di quattro mesi.
Infatti l’8 febbraio non era mancato all’inaugurazione di Go!2025. Che oggi, appunto, ha trovato ancora una volta il suo pieno consenso. Al punto che, alla domanda su quanto lui e il suo Governo vogliano continuare a supportare l’evento, non ha alcun dubbio. «La mia presenza qui rappresenta la volontà del mio Ministero di continuare a sostenere questo grande percorso di irradiazione culturale che è Go!2025. Sì, torneremo a Gorizia e saremo presenti con una speciale attenzione da parte del Governo intero».
Una visita, quella del ministro in città, cominciata alla Fondazione Coronini Cronberg, dove ha visitato la mostra inaugurata di recente sui Borbone di Francia a Gorizia. Quindi, nel primo pomeriggio, ha potuto ammirare un’altra mostra, sempre aperta da pochi giorni: quella di palazzo Attems Petzenstein.
«Ho trovato il ministro Giuli assolutamente entusiasta di ciò che a Gorizia ha potuto ammirare - ha affermato il sindaco Rodolfo Ziberna - anche perché ha ammirato percorsi e iniziative che dimostrano il valore del territorio. Inoltre, da parte sua è giunta la promessa di un appoggio su futuri progetti che andremo a sviluppare». In cosa, tuttavia, consistano questi progetti, Ziberna per ora ha preferito non anticiparlo.
«Ho la massima soddisfazione di aver potuto accogliere il ministro in ambienti che ben rappresentano lo spirito di Go!2025 - ha affermato il vicepresidente della Regione e assessore alla Cultura Mario Anzil -. Quel ventaglio, quel caleidoscopio, quella molteplicità di eventi che oggi l’area transfrontaliera propone costituisce al meglio il significato di una cultura di frontiera che Alessandro Giuli ha apprezzato».
«Un pensiero di gratitudine per tutti voi che arricchite il paesaggio interiore nostro. Con grande stima». Questo è quanto ha scritto sul libro firme di palazzo Attems. Il suo itinerario goriziano è poi proseguito in municipio, dove ha lasciato un’altra dedica: «All’infinita ricchezza dell’anima goriziana, all’ospitalità del primo cittadino, alla colta nobiltà di spirito della sua gente. Con gratitudine e affetto».
Giuli, inoltre, ha parlato di Gorizia definendola «una città splendida che non si finisce mai di imparare».
Quindi, ha preso parte a un incontro del festival èStoria, giunto all’edizione numero 21. In particolare, all’Auditorium, ha partecipato all’evento di presentazione di un testo formato da 15 poesie di Carlo Michelstaedter tradotte in 12 lingue.
Prima dell’inaugurazione della kermesse, al teatro Verdi, per cui è salito sul palcoscenico, non ha inoltre mancato di rilasciare qualche ulteriore commento sulla sua visita. Per esempio, riguardo alle vicende del secondo dopoguerra che hanno generato profonde lacerazioni. «Le lacerazioni si superano guardando alle nuove generazioni: conoscendo la storia, non rimuovendola, ricordandoci di ciò che è stato e pensando a tutto ciò che abbiamo da fare assieme come italiani, sloveni ed europei, appunto per il bene, in primis, dei giovani». E ancora «oggi abbiamo celebrato Carlo Michelstaedter, esempio tangibile di italiano meraviglioso che riposa nel cimitero ebraico di Nova Gorica. E questo è un ulteriore elemento che, senza dimenticare il passato e i suoi orrori, ci deve legare, unire e invitarci a guardare avanti: ecco, Gorizia è una città che sa far guardare avanti l’Italia e la cultura europea». —
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