I sindaci di Gorizia e Nova Gorica a Bruxelles: «Libera circolazione penalizzata dal ritorno dei confini fra Stati»
Ziberna e Turel ospiti al Parlamento dell’Unione europea: celebrati i quarant’anni dei trattati di Schengen

Gorizia a Nova Gorica «stanno soffrendo per la sospensione dei trattati di Schengen tra Italia e Slovenia», ma sta soffrendo anche Trieste. «Queste restrizioni devono finire prima possibile, i nostri figli da tempo non parlano più di confini, di una parte o l’altra, ma di posti dove andare assieme agli amici, indistintamente, nei rioni di Gorizia e Nova Gorica».
I sindaci Rodolfo Ziberna e Samo Turel lanciano da Bruxelles un appello per ripristinare la libera circolazione tra i due stati e lo hanno fatto ieri dal Parlamento Ue che ha ospitato la celebrazione dei 40 anni dalla firma dell’accordo di Schengen. Un incontro coordinato dal Commissario europeo per gli affari interni e la migrazione Magus Brunner a cui hanno portato il saluto la presidente del Consiglio europeo Roberta Metsola e Koen Lenaerts presidente della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Un appuntamento in cui sono state protagoniste Gorizia e Nova Gorica con il muro della Guerra fredda abbattuto, l’entrata della Slovenia nell’Ue e le celebrazioni di Go!2025 delle due città ora unite come capitali della cultura europea. Ed è stato significativo l’appello lanciato per “rafforzare” l’accordo e lo spirito dell’accordo di Schengen demolito in continuazione con il ripristino delle frontiere interne nella Ue da almeno 15 stati.

Lo ha ricordato per primo lo stesso sindaco di Schengen, Michel Gloden che ha parlato accanto a Turel e Ziberna. «Quando la Francia ha deciso di sospendere l’accordo e ha ripristinato i confini ci sono stati effetti molto negativi sulla vita quotidiana di migliaia di persone, per non parlare dei gravi problemi di traffico. I nostri bambini hanno scoperto qualcosa che non conoscevano. Per fortuna poi abbiamo trovato un accordo».
Interventi e pareri che hanno scatenato un serrato dibattito durante l’incontro con interventi critici da parte della gran parte degli europarlamentari dei diversi paesi europei che hanno chiesto al commissario Brunner di intervenire sui paesi che in maniera “troppo disinvolta e senza serie motivazioni” hanno ripristinato i controlli alle frontiere.
Molto duro anche l’ex presidente della commissione parlamentare per le libertà civili e gli affari interni António Vitorino «preoccupato dal ritorno dei controlli ai confini interni, una misura che dovrebbe essere un’eccezione e non una regola. Spero che la Commissione tenga d’occhio il fenomeno che mi sembra più che altro una scelta per far contenta l’opinione pubblica illudendola sulla sicurezza. Ma per questo servirebbe rafforzare gli strumenti sui confini esterni». Decisioni dei singoli stati che «agiscono impunemente violando i trattati e che in realtà stanno minando la fiducia soprattutto dei cittadini che vivono nelle zone transfrontaliere».
Perchè l’abbattimento di ogni confine è sempre stato un sogno di chi abita nelle zone transfrontaliere, lo ha raccontato lo stesso Turel ricordando suo padre Bruno che ha inseguito questo sogno per tutta la vita e che è morto poco prima che cadesse il confine tra Italia e Slovenia.
Un miracolo che poi si è avverato e che sta facendo scuola in tutta Europa adesso con Go Borderless e Go!2025 le due città capitali della cultura e che non deve essere messo in pericolo da un ritorno dei confini che secondo gli esperti non sta incidendo sul contrasto alla rotta balcanica dei trafficanti di migranti.
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